venerdì 2 luglio 2021

Il Branzino della Pace

Il Carlino insiste nella sua opera d'informazione a senso unico, con sensibile attrazione piddina. Nel caso la direzione sia gnassiana allora sono articoli estasiati. Un vecchio compagno-amico, una delle teste pensanti ed operanti ancora nel regime settantennale, mi ha detto che sono sicuri di vincere al primo turno anche con Gnassi nelle vesti della badante. Non avendo a disposizione elementi contrari ho ascoltato in silenzio la lezione, con qualche timido ed inefficace scongiuro in tasca. Non vedo o avverto questa santificazione dell'erede di Gnassi. Personaggio controverso all'ombra del Principe ed inviso alla stragrande maggioranza dell'apparato piddino. Avere intascato l'incoronazione può valere in termini elettorali? Il consenso è tramandabile? E' successo, succede ancora in aree conosciute, nella nostra regione i patrimoni di voti sono al massimo un migliaio di croci sicure. La telefonata però mi ha innervosito. Sicuri di vincere? Allora non date la colpa a Morrone. Ha fatto quello che un riminese avrebbe commesso se lo avessero mandato a Forli a dirimere una lite condominiale. La lettura dell'ammiraglia informativa di una nutrita flotta di plaudenti cortigiani, ha spiritosamente annunciato un'insolito pranzo della pace con un branzino sulla tavola. Consumato però a Riccione, terra di infedeli che ne combinano di tutti i colori. Pensate che un consigliere, finora di maggioranza, è passato dall'altra parte. Cosa incredibile mai successa in altre località magari più a nord. Qui passano intere categorie. Poi (spesso) a Riccione l'esame delle acque risulta sbagliato. L'errore ripetuto due volte diventa realtà. Il senatore Barboni, per carica e stazza, dicono abbia divorato quasi interamente un cefalo d'allevamento, impreziosito. L'aspetto importante non è il menù, ma l'affetto pacifico che il pranzo ha creato tra i Fratelli d'Italia e quelli di ancora Forza Berlusconi. Il miracolo gastronomico è avvenuto in vista delle prossime elezioni riccionesi. A Rimini vige il digiuno della politica ed il patto del Seminario.