martedì 27 luglio 2021

Il Patto del Sardone

L’Italia è un Paese strano. Possiamo ben dire che i momenti più importanti della sua storia recente siano caratterizzati dai “patti”: patti lateranensi, patto tripartito, patto d’acciaio, patto di non aggressione e via via fino ad arrivare al patto della crostata, al patto del branzino, al patto così “nudamente e crudamente” imbastito in una lunga serata al Borgo S. Giuliano. Così si narra nelle cronache riminesi, che il “Patto del Sardone” sia sBOCCIAto per portare pace, ovvero ad una tregua armata all’interno del PD. Esso rimane un partito dilaniato da lotte intestine e correntizie, pacificate al momento dalla pax persiana, stigmatizzando Jamil quale sultano successore all’augusto principe Niasso. L’ombra del “sardone” arriva poi ad influenzare anche il campo del centro destra. Non è più un mistero da quando Paesani ha scoperchiato il vaso di Pandora. Grazie a lui è ormai chiaro che negli ultimi 25 anni il centro destra si è accordato nella pratica con la sinistra per perdere le elezioni. L’inciucio, benedetto da “zio Melucciov”, ha sempre prodotto posti ed incarichi agli esponenti del centro destra, una volta battuti nelle urne. Ricordiamo per tutti “ringhio” Indino, il potente presidente di Confcommercio, reso docile agnellino alla corte del principe, una volta ottenuto l’incarico di presidente del Centro Agro Alimentare. Ma il gioco delle parti non finisce qui. Come in tutte le guerre moderne un ruolo decisivo è svolto dall’ Arma aeronautica. I due massimi esponenti del centro destra locali, viaggiano in coppia come F 104. Gli aeronautici medici oculo-militari, Antonio Barboni e Nicola Marcello, hanno intrapreso la campagna di bombardamento che li vede divisi (uno rappresenta Forza Italia, partito ormai ridotto a circolo degli anziani della bocciofila del dopolavoro aeronautico, l’altro esponente di Fratelli d’Italia è impegnato a rubare la palla all’eterno Gioenzo Renzi), ma uniti per colpire l’alleato segretario della Lega Jacopo Morrone da Forlì e il povero Lucio Paesani, reo di avere guastato i piani del "Sardone" Intanto Baffone Melucciov, se la ride. Ha piazzato la Bellini e la nipote Frisoni a badare il Principe e il Sultano. Sa che alla fine Mona Lisi ritornerà a casa… che tanto il patto del Seminario parla chiaro. Se l’asse Ceccarelli/Paesani terrà botta, allora sì che saranno pianti e stridore di denti e si apriranno le porte del “TUTTI A CASA”.
Il Ritorno di Don Camillo 
PS Voto Paesani