venerdì 9 luglio 2021

Piccoli Passi

Ma eleganti. La Riforma Cartabia è fatta. Draghi ha ammonito i pochi fans di DJ Fofo a non insistere, Travaglio è andato fuori di pagina. La Guardasigilli ha lavorato secondo il suo stile "di fino" per cucire una nuova normativa che manda in soffitta il lavoro del suo predecessore e uno dei pilastri del governo gialloverde. Si perchè le robacce sono frutto del Papeete leghista, le poche cose buone fatte si devono rifare. Propaganda dixit. Comunque l'improcedibilità della Cartabia, secondo i dodici esami di giurisprudenza urbinate e qualche assaggio della giustizia alla Palamara, mi spingono a preferire il vecchio sistema della prescrizione. Anche Gnassi è d'accordo. Non si possono processare 60 milioni di italiani e tenerli una vita in sospeso. Un giornaletto piddino di Bellaria e Igea però Marina, racconta minuto per minuto la "probabile", direi certa, fine di Ceccarelli. Se voleva aumentare i rischi, poi (forse) seguire la sorte di Alemanno e le altre migliaia di persone dichiarate innocenti, dopo anni di calvario, ha trovato, grazie alla splendida intuizione di Morrone, la strada migliore. Solo "qualcuno" ha la fortuna di una prescrizione dai peccati fallimentari. La fine del grillismo avviene attraverso spasmi e comiche involontarie. Il migliore interprete, con possibilità di un Premio Strega, se sapesse scrivere, è Gigetto l'uomo degli spalti napoletani, un Lauro che prometteva una scarpa prima e l'altra dopo le elezioni. Tutte le farse finiscono in tragedie del conto corrente. Ma chi regala al Pd riminese le migliaia di voti che servono per vincere, nonostante il centrodestra faccia di tutto per perdere? Una domanda a cui nemmeno il migliore badante delle imprese gnassiane riesce a rispondere. Troppo impegnato a seguire le mosse della vera maggioranza. Repubblica intesa come giornale (?) sperava ci fosse casino nel consiglio dei ministri, ma appena il Professore ha alzato leggermente il "ghigno" i pentastellati si sono prostrati alla giustizia Cartabia. Giorgetti rideva come un leghista sa fare, qualche volta, non a Rimini. Perfino Chiamami Melucci ha ironizzato sul ritardo della candidatura avversaria. I sondaggi, quando sono brutti non vengono citati, ma danno incredibilmente in largo vantaggio i discepoli di Morrone, occorre quindi una particolare attenzione nella scelta del candidato e del vice sindaco, nel caso il primo cittadino sia "precario. Basta ironizzare, La città è in stato agonico, nemmeno i falsi pienoni la risollevano. La metà della vecchia stagione turistica è passata lasciando un mare di debiti. Avremmo bisogno di un Piano Marshall per la ricostruzione della ex capitale turistica. Il settore immobiliare è da rifare, la spiaggia seguirà le decisioni europee non appena Draghi darà il consenso. Però abbiamo il cemento del Castello che oscura il Teatro ed il Museo felliniano. Attila era un dilettante, non sarebbe riuscito a rovinare i lungomari e imprigionare le periferie. Per fortuna ci sono ladri e puttane a ravvivare il panorama. Dovremo votare la Sicurezza di Jamil?