martedì 20 luglio 2021

No Vaccini No Festival

Il Corriere del Pd, mostra una incoraggiante autonomia dal pensiero "unico" gnassiano. Rispetto al Carlino, sembra La Verità. Ha pubblicato però un falso allarme: non ci saranno Festival dell'Unità, per il secondo anno e forse per sempre. Dispiace per Melucci che ha ereditato tendoni, palchi, tavoli, sedie ed i leggendari foconi per le salsicce di Fraternali. La piattaforma, con la lotteria, era il gioco di Pino Tomasetti. Quando la girevole, ma prevedibile scelta è andata nelle mani di Grillo, è stata una tragedia parlamentare che non vogliono cancellare. I voti servono al Pd. Altra epoca rispetto alla confusione che alberga in città, fino all'arrivo di Salvini. Non può essere diversamente, il primo partito che ha "beffato" gli elettori è stato il Pd. La versione democristiana regge ancora il carro. Sopra c'è il popolo dei garantiti per legge, poi attori, cantanti e scrittori che dipendono dai contributi per la Cinecittà di Veltroni. Il Festival del Cinema ed il Premio Strega subiscono le influenze del Nazareno. Non esiste cultura diversa. Un imperativo categorico. Se perdono l'ultimo atto di fede e Zan, chiude Repubblica. La (mia) Lista di Paesani ha gettato, con la Lega, un macigno nello stagno. Non ha interrotto però le occupazioni di Gioenzo Renzi, sempre impegnato nelle vesti di Indiana Jones contro l'archeologia gnassiana. Esperienza, conoscenza ed età lo dovrebbero trasformare nel cucitore dell'alternativa. Così si aspetta una facile scusa per perdere. Ceccarelli è un ottimo candidato, rispetto alla pletora invotabile finora sollevata. Fare il mestiere del sindaco, nella confinante Bellaria e terminare, dopo dieci anni, nelle scomode vesti dell'oppositore al regime regionale, con un (solo) capo d'accusa, rispetto alle prescrizioni riminesi, fa sorridere. Dovrebbe essere una medaglia, consegnata però da Barnabè.