venerdì 24 dicembre 2010

Casini o Vendola

La scelta in atto nel Pd è andare con Vendola o Casini, nuovi pianeti attorno ai quali gira uno smarrito partito satellite. La cosa che da più fastidio è ragionare di politica non sui contenuti ma sempre sulla base d'opportunismi. La mia affermazione apre mille risvolti, in termini provocatori farei segretario la Gabbanelli, con la redazione come segreteria, dando corpo ai mille servizi giornalistici che un intero mondo di sinistra condivide, mai raccolti dai partiti di riferimento. La domanda che scaturisce è perchè nessuno abbia mai voluto perseguire questa strada, vincente anche sul piano mediatico, difendere la collettività dagli imbrogli e soprusi  porta consenso, pensando alla maggioranza dei cittadini che non si recano a votare. I grandi tattici democrat ci diranno che è semplicistico, in parte sono d'accordo, ma quello che m'interessa evidenziare è che il Pd è parte integrante di queste devianze che nascono e crescono nella logica di un apparato teso a perseguire  riconoscimenti di natura personale, la facile popolarità del Toscano Renzi è diretta conseguenza. Il quadro diventa più autentico proiettato a Rimini, Berlusconi non ha mai governato, ma per quello che rappresenta ha comandato di più e per fare un esempio sul quale riflettere vi voglio sottoporre il caso delle concessioni demaniali. La sinistra invece di tutelare l'affermazione della legalità e diritto sancito dalla comunità europea non da Buldrini, si mette in concorrenza con la destra corporativa, pur sapendo che sul piano elettorale non percepirà un voto, ma come dicevo, importante è che i referenti ne escano con un bravo che legittimi i loro posti di comando. Se qualcuno ha voglia di ragionare in termini autenticamente liberi potrà vedere questa impostazione ripetuta centinaia di volte, quelli che sono riconosciuti bravissimi dagli apparati ufficiali sono stranamente anche i più amati dai quei cattivoni dei seguaci di Berlusconi, compresi i ciellini che giurano sull'apoliticità del loro operare, allora noi crediamo alla Befana.

baschetti sandro