martedì 21 dicembre 2010

Passi Carrai










RIMINI | 20 dicembre 2010

Scompare la tassa sui passi carrai. Categorie soddisfatte.
A confermare la decisione il vicesindaco Gamberini che la scorsa settimana ha incontrato le associazioni di categoria che avevano a lungo protestato per l'imposizione: si trattava di oltre 52 euro per metro lineare di apertura. 
 La nota stampa di Confartigianato
 In un incontro avvenuto Venerdì 17 Dicembre con l’Assessore Antonio Gamberini, assistito dalla Dott.ssa Katia Caprili, presenti tutte le Associazioni economiche, ci è stato comunicato che l’Amministrazione Comunale ha deciso di togliere il famigerato Canone Cosap ai passi carrabili, introdotto con deliberazione di C.C. n° 10 del 22/01/2009.
Si tratta di una vera e propria vittoria della Confartigianato di Rimini che, insieme ad altre Associazioni, ha vivamente protestato nel corso di questi due ultimi anni per una tassa iniqua che penalizzava solo le imprese artigiane che per entrare nei propri laboratori hanno bisogno di un passo carraio. Il costo, ricordiamo era di € 52,76 per metro lineare di apertura e costituiva una vera gabella per chi ha più passi carrai nel proprio capannone.
L’introito di quella gabella, ci è stato detto, serviva per finanziare gli eventi di Capodanno che sono un interesse per tutte le categorie economiche e quindi per tutta la città. Se è così, e nessuno lo nega, è però altrettanto giusto che tutti concorrano a finanziare tali eventi.
Ora, con questo atto, il Comune ripristina la situazione che c’era prima del 2009 e quindi senza più il Canone Cosap sui passi carrabili per le attività economiche.
Qualcosa dunque si è mosso nell’ottica di avere più equità nell’imposizione locale.

Scompare la Tassa sui Passi Carrai. Ma su che cosa abbiamo pagato?
Il Comune di Rimini, in un momento di difficoltà a fare quadrare i conti e dopo due anni dalla sua introduzione, decide di rinunciare alla famigerata Cosap sui passi carrai e quindi cantano vittoria le associazioni di categoria. Rinunciare in questo modo ed in questo momento sembra comunque un poco strano. Un dubbio ci assale: ma su cosa abbiamo pagato? La Cosap è dovuta (e quindi rimane) in presenza di un manufatto che modifica il piano stradale mentre, quella di cui si discute (e che sarà eliminata), era stata istituita per gli “accessi a raso che, in quanto provvisti di apposito cartello segnaletico atto a vietare la sosta indiscriminata sull'area antistante gli accessi medesimi, sottraggono una porzione di suolo pubblico all'uso comune.”
La nostra città ha prevalentemente strade di non grande larghezza stimabile in circa cinque metri (si veda la maggior parte delle strade che accedono al nostro lungomare) e quindi se proviamo ad immaginare una tipologia di passo carraio assai frequente ci dovremmo rappresentare la seguente scena: un accesso carrabile a raso, dotato di cartello, che dalla proprietà privata immette alla pubblica via (la cui larghezza è di cinque metri). Date le dimensioni della strada è inoltre possibile che da un lato o su entrambi i lati vi sia anche un divieto di sosta. Ora la domanda sorge spontanea: quale è l’area sottratta all’uso comune ? Non può essere quella in corrispondenza del passo carrabile perché altrimenti sarebbe preclusa la possibilità di uscire dalla proprietà privata. Non dovrebbe essere quella fronteggiante il passo carrabile in quanto potrebbe esserci un divieto di sosta che, a causa delle ridotte dimensioni della strada, impedisce che siano parcheggiate le auto e comunque non viene sottratta alcuna area all’uso comune. Non dovrebbe essere nemmeno l’area che potrebbe occupare un’autovettura in sosta davanti al passo carraio il cui parcheggio è stato effettuato, come prescrive il Codice della Strada, lasciando un camminamento di circa un metro dalla recinzione, in quanto in questo caso e sempre per le ridotte dimensioni della strada, l’auto, sarebbe parcheggia al centro della pubblica Via.
Ma allora in questi due anni su che cosa abbiamo pagato la Cosap?
Speriamo che il Comune e/o le Associazioni di categoria lo sappiano spiegare.
fabio lisi