domenica 11 settembre 2011

Festività

In questi giorni si era parlato tanto della tentata soppressione di alcune festività, è finita come il contributo di solidarietà, hanno fatto finta di toglierlo ai poveri calciatori, il campionato è ripreso. Per fare piacere a Galli&Marchioni alcune le hanno rimesse, altrimenti la prossima stagione turistica riminese precipitata in serie D, non sarebbe neppure iniziata. Da alcuni sondaggi seri non come le statistiche provinciali, apprendiamo che solo pochi cittadini conoscono le vere motivazioni che sottintendono la pluralità delle poche feste laiche e delle tante religiose. Fa eccezione il Natale, i presepi hanno permesso a quasi tutti di apprendere che simboleggia la nascita di Gesù, la Pasqua viene definita come la festa della primavera, non la passione di Cristo secondo Mel Gibson. Il 2 giugno raggiunge l'apice dell'ignoranza, assieme alla distinzione tra stato e repubblica, se non avessimo speso più che in Libia per festeggiare 150 anni d'incompiute, probabilmente la marea della disinformazione avrebbe raggiunto altezze impensate, lasciando perdere il passaggio dal fascismo al parlamentarismo per arrivare silenziosamente ad un repubblica presidenziale, senza che nessuno lo abbia stabilito. Il tema era un giorno di festa per allungare i ponti e gli ingorghi autostradali, facendo contenti i guru del nostro turismo d'accatto, ormai legato alle previsioni del tempo meglio se confortate da periodi di crisi nera, non certo ad una qualità vincente.Come questo s'accompagni alle riforme strutturali che c'impongono è un altro mistero, la ricetta Tremonti era molto meglio del guazzabuglio vessativo per troppi, che tocca solo di striscio la casta politica.La pubblicazione dei redditi anonimi raggiunge vertici d'imparagonabile ilarità, siamo un Paese senza speranza e futuro, per la merda chiedere a Rimini.