giovedì 1 settembre 2011

La Colpa

La domanda che poniamo senza entrare negli aspetti giudiziari che non presentano novità particolarmente sconvolgenti, è come sia stato possibile che nella vecchia Stalingrado d'Italia, un partito definito come uno dei più organizzati, potesse avallare scelte edificatorie, con cubature che si moltiplicavano con le tangenti. La colpa di Penati non sarebbe l'avere intascato dei soldi, ma di non avere permesso di costruire quanto promesso, altrimenti anche senza l'aiuto della benevola prescrizione, non sarebbe successo niente, l'oliato giochino poteva continuare a dispetto dei cambi delle bandiere del Partito. Abbiamo sempre saputo, senza alcuna emozione, che Fraternali pur cuocendo squisite salsicce, non avrebbe consentito con i ricavi festivalieri dell'unità, alla pletora di funzionari comunisti e post, la soluzione dei loro problemi previdenziali, a meno che non eccellessero nella professione di redattori a comando di ironici pistolotti. La cosa che ci permette ancora di sorridere amaramente è la convocazione della Commissione di Garanzia del Pd. Nessuna autocritica, Penati come il vecchio Greganti, se ne andrà in silenzio, permettendo nel gange improvvisato un lavaggio di coscienze immacolate. I giudicanti sono persone con incarichi, vitalizi, pensioni cumulabili spesso con molto altro, paladini della difesa dei più deboli e della penalizzazione dei proventi illeciti o scudati, non sono riusciti a vedere che su 60 ettari milanesi da 15 anni esistevano piantagioni di mazzette.