mercoledì 7 settembre 2011

Presidenziale


Non occorreva particolare lungimiranza politica per accertare che in Italia siamo entrati senza alcuna votazione o cambio costituzionale in una desiderata repubblica presidenziale. Le riforme più violente nel nostro anormale Paese avvengono mediaticamente sulla spinta di avvenimenti politico-giudiziari che sono diventati un miscuglio tipico della nostra latitudine. Il Presidente Napolitano eletto dal Parlamento ha assunto il timone per assoluta mancanza delle componenti di una democrazia parlamentare, iniziando dal Premier eletto dal Popolo. A questo dato inconfutabile ognuno può postare i commenti personali, rimane immutato. La colpa più grande è inutile ribadirlo è in capo al rappresentante della più assurda e sconvolgente anomalia democratica, alla quale ha voluto aggiungere ad abundantiam, un comportamento politico e personale che ci ha fatto regredire in una barzelletta istituzionale. All'annuncio di Alfano che nel 2013 sarà ancora candidato, si è sollevato un coro silenzioso di improperi destrorsi e toccate scaramantiche leghiste, con entusiastiche ola di Vendola destinato a diventare la prossima caricatura. Devo aggiungere che Napolitano assolve il compito con la forza che gli deriva dal commissariamento etico del suo partito di riferimento, sparita la maggioranza, stessa sorte è arrivata per l'opposizione più consistente, le autostrade ed i mattoni lombardi sono un ricostituente finanziario ancora vietato per quanto prescritto. Potremmo aprire un curioso sciparietto storico condito da meno ovvietà di quelle gambiniane, se volessimo o potessimo fare comparazioni geografiche con analoghe vicende, siamo intenzionati a rimanere con le tre querele incassate, a meno che Vittorino...Cagnoni non intenda patrocinarci ancora, saremmo sicuri di vincere.