giovedì 7 dicembre 2017

600 Condoni

Gent. Dott. Erbetta, capogruppo della maggioranza (relativa) del Consiglio Comu nale, lei appare come il promotore dell'ultima (?) ondata di condoni, molti risalenti alla Legge 47/85. Una lavata di panni edilizi nel silenzioso gange consiliare che appare sconcertante se si pensa alle ragioni che hanno determinato il loro silenzio senza assenso. Sembra quasi l'ondata di piani particolareggiati che ha invaso il consiglio prima dell'elezione del "primo" Gnassi. Ho perfino letto sull'autorevole blog curiale, giustamente incline al perdono, che questo "bucato" di abusi sarebbe in grado di risollevare il mercato edilizio defunto da anni. A differenza della platea (folta) dei credenti ed avendo maturato qualche competenza nella specialità, vorrei disturbarla con qualche  domanda a cui spero abbia gentilezza e voglia di rispondere. Quanto si parla di gravi ritardi intende anche la tardiva opera dell'attuale Sindaco, ormai nel settennale della sua gestione? Conferma, riportata dai giornali, l'accusa non simpatica, ma foriera di niente, che "hanno lavorato male" ? Avrà certo riscontrato anomalie amministrative e ottemperando al suo primo compito di "sorvegliante" avrà anche informato le Autorità..giudiziarie. Se invece si tratta (non credo) di semplici mancanze burocratiche, non si riesce a capire perchè siano "in sonno" da decenni. Una bombetta sparata per fare titolo sugli accondiscendenti giornali o solo per rimpinguare il lascito elettorale di bagnini e chioschisti, stanchi delle promesse non mantenibili? Ho perfino letto un certosino riscontro degli eventuali introiti, significa che i lavori sono quasi alla fine. Sono curioso e mi sto attrezzando (fisicamente) per arrivare a vedere come finirà anche questa (ennesima) burla. Non vorrei infierire, ma forse avrà notato che le rarissime gru arrampicate verso il cielo sono (tutte) nel regno infinito di Cagnoni. La sua Aquarena annacquerà forse i debiti ma rimane una vergogna non condonabile..politicamente. State giocando con il fuoco perchè (ancora) non vi siete scottati.