venerdì 15 dicembre 2017

Con Maggioli Paolo

Non si può non essere con Paolo Maggioli dell'omonimo gruppo riminese-santarcangiolese, quando perora la causa dell'Università alla luce di alcune defezioni come quella di Riccione o quella mi pare ventilata della Fondazione Carim, e ovviamente anche con l'uscita estemporanea di Giuseppe Chicchi quando invoca se si vuole demagogicamente ma non senza ragioni "i soldi della Molo vadano all'Università!". Ebbene, ma guardate voglio essere molto chiaro in tal senso, io sarei stato per recidere (ora a distanza di 30 anni dal primo vagito) il cordone ombelicale con la Casa Madre Bologna che ha inseminato del proprio Sapere questa terra ma che adesso dovrebbe lasciarci crescere da soli e camminare con le nostre gambe. Questo anche in ragione del fatto che non sembra intenzionata a mollare corsi di laurea di peso e di tradizione come quelli giuridici, medici, umanistici, molto attenta a non far uscire preziosi buoi dalla propria stalla oggi che qualcosa le è scappato in passato. Quindi scusate la digressione io perseguo, ma è un limite mio eh, lo so!, perseguo il progetto di Ateneo delle Romagne, anche con eventuale partnership con gli amici sammarinesi e, ma perché no?, feretrani per realizzare il più grande Polo della Conoscenza dell'italia centrale. Comunque sia: Maggioli parla chissà pro domo sua sia perché comunque è nel settore editoriale sia perché necessita per le sue collane di editoria tecnica di laureati freschi per normative sempre in divenire, ricordiamo che è l'unico gruppo editoriale di stazza di rilevanza nazionale presente in zona e leader nel suo campo. Certo, le università ovunque siano soffrono dei mali tipici di queste istituzioni, quelli noti e quelli meno noti nonché spesso sono parcheggio per un futuro che i laureati non avranno mai almeno in Italia oggi quindi per me affiancare anche max attenzione per gli studi tecnici, pratici etc. altrimenti il Paese va a ramengo, ma altro discorso. Comunque l'università, come sottolinea Maggioli, è una ricchezza per il territorio, ricchezza sotto tutti i profili non solo evidentemente economico, che deve essere sostenuta senza se e senza ma ed egli lo ribadisce in ogni occasione come qualche giorno addietro. Purtroppo noi abbiamo questa croce-delizia se vogliamo di essere legati e figli di un altro ateneo, per di più molto grande e influente e quindi tocca prendere diciamo così le loro briciole anche se sono nati e cresciuti a Rimini corsi oggi di fama e prestigio e qualità europea, pur restando fuori come detto quelli caratterizzanti di ogni ateneo tradizionali: medicina, legge etc.: se vuoi fare il medico devi andare ancora a Bologna e mai rivedranno questa posizione e oggi come già scrissi questo non ha senso in quanto con il progresso tecnologico le università sono sempre più "virtuali" basti citare per fare un esempio ad effetto che tutti i libri della Biblioteca centrale universitaria di Bologna potrebbero stare sul disco rigido di pochi pc almeno in formato testuale senza neppure una connessione internet, che es. la British Library ha oggi una parte del suo patrimonio librario digitalizzato in rete come la Biblioteca del Congresso USA, poi i progetti di Google, le lezioni in videoconferenza, videoregistrate... possibilità oggi centuplicate di didattica, diciamo siamo lontani anni luce e non solo 25 anni fa dal registratore a cassetta che serviva per la lezione da ricopiare la notte a casa o dai cataloghi bibliotecari cartacei anche se il rapporto vis-à-vis credo non potrà mai essere mutuato e superato o quantomeno eguagliato. Quindi con Maggioli, con l'Università a Rimini, sede evidentemente appetibile per gioventù che si appresti a studi superiori che qui trova studium e possibilità di otium per ricaricarsi e negotium estivo per pagarsi gli studi, Paradiso dello Studente dunque da sostenere assolutissimamente con tutti i se e i ma citati sopra a cui aggiungo telegraficamente le questione nota delle sedi universitarie in alcuni palazzi storici comunali che finiscono a un soggetto non riminese sottratti al patrimonio locale.
 A. S.