venerdì 1 dicembre 2017

Voce contro

Voce contro, un sorriso da orecchio la locale presidente degli albergatori, e capirai!, 4-5 giorni afferma di prenotazioni per il Capodanno-più-lungo-del-mondo, più spettacolare di quello di New York, di Parigi... di Dubai "entrate siorre e siorri": Nilla Zilli, più: "il rinforzino" Daniele Silvestri. Come ripeto: anche un idiota capisce che questo Capodanno riminese che va in scena con il gnassismo e che si sposta da un concerto unico al mare, come faceva l'immenso dottor professor Ravaioli, si sposta al centro storico con spettacolini-ini e quindi soldini che prendono mille rivoli e danno ritorno in termini di consenso per una serata che può essere appena interessante, mai "memorabile", che è lo stesso poi di qualsiasi altro fine anno con gli stessi rituali etc.; e che dipende anche dalle condizioni meteo che se fa -3 o fa +5 ti cambia da così a così. Voler fare il capodanno all'aperto in una città che trovasi in zona nota come "la porta della bora", elemento che poi è il limite riminese alla destagionalizzazione 12/12 mesi anche se il progresso tecnologico rende oggi gli inverni... "meno freddi", come percezione e disagi di quelli del passato. Quello che il Comune spende nella economicissima Nina e in tutta la corte di nani e ballerine che non aspettano che questi eventi e che serve a richiamare a Rimini qualche giorno turisti vale come ritorno per pochi beneficiari un fine settimana di luglio a esagerare, basta fare due conti, pertanto la frase che sta a pennello è: tanto rumore per nulla (o quasi). Certo, quegli albergatori e ristoratori che ne "godono" ci pagheranno qualche rata Tari, rientreranno della tassa di soggiorno (nota bene), poi il famoso indotto... ma è un evento che ha una incisività quasi insignificante sull'economia riminese, e che data la nostra natura climatica tutt'altro che da feste all'aperto nel periodo più freddo nell'anno necessita come detto per portare quivi qualche povero di spirito di essere pompato di continuo, di esagerare, decine di eventi spesso insignificanti, gente infreddolita che si sposta 'mbriaca e ciondolante e vuoi coniugare il diavolo con l'acqua santa a tutti i costi: o vero sia il divertimento, l'oblìo, il disimpegno totale proverbiale del Capodanno con la Cultura ormai ubiquitaria a Rimini servita in ogni salsa e quindi vorresti portare un turista-escursionista che puzza di spumante e ancora canta pe-perepé metti all'una di notte a vedere la Domus una cosa assurda per me, e una comunicazione sempre enfatica e sopra le righe, continua, martellante, ripetitiva per far passare un cammello dalla cruna di un ago. Gusti miei: preferivo di gran lunga un concerto, una finestra che si apriva e chiudeva nel cuore del gelido inverno a ricordare Rimini, ai media, alla tv, a raisat, aspettando la bella stagione o anche solo qualche settimana una stagione appena più mite: probabilmente fine dicembre - gennaio è l'unico periodo in cui difficilmente riesci a destagionalizzarci il turismo e invece si sceglie il solstizio d'inverno a queste latitudini per una festa all'aperto in una città che non può contare evidentemente sul richiamo di una capitale, mah!
 Bepi Vergòn