sabato 30 dicembre 2017

Candidature

I giornali superstiti hanno lanciato le (presunte) formazioni marzoline. Occasione ghiotta per sfoderare una conoscenza dei partiti superiore a quella dei rispettivi segretari, notoriamente sconosciuti. Non m'interessa la fine di Arlotti, ha conquistato una rendita di posizione che rispetto al minacciato ritorno in fonderia, è miracolosa. Pizzolante, nato e cresciuto in mezzo ai "furbissimi" ha capito che le folate di garbino e bagnini questa volta non l'avrebbero portato al largo. Rimane la Sarti. Non ha mai dato fastidio, se le ridate Cardone può sembrare perfino onorevole. E' stata però una delle maggiori responsabili del dissolvimento del M5S. Non possiede i fondamentali della politica, la sua ascesa è il frutto di una fortunata raccolta di arance siciliane. Poteva ergersi a mediatrice della diatriba, non mallevadrice di un pacchetto pre-confezionato di sedicenti sinistrorsi. Nel movimento, al netto dei pochi "credenti", albergano persone portatrici di ambizioni personali nascoste dalla maschera grillina. Dopo la mancata certificazione, la diaspora ha permesso a tanti di trovare rifugio in abitazioni, le più disparate, con risultati elettorali sconcertanti. Nella famosa fotografia sulle scale del Comune svettavano anche Affronte e la Sensoli. Volendo per un attimo, con profondo disagio, parlare del presente, vorrei conoscere quale sia stata l'attività rivolta alla Città dalla parlamentare. Mi reciterebbe la poesia pentastellata imparata a memoria. La candidatura della Franchini è legata a..Bugani, con la benevola complicità (credo) della Toni, l'unica beneficiaria di una stupida rissa che ha fatto perdere tutti e vincere più agevolmente Gnassi. Siamo stati i somari di..Troia per vendette che con la politica non hanno niente da spartire. E' andata così, il prosieguo difficilmente potrà essere migliore. A Grillo, poco interessa amministrare un Comune o (forse) governare il Paese. Bisogna farlo poi, con il personale dipendente.

PS Le ultime dichiarazioni del Premier (nominato) Di Maio sono incoraggianti. Rimangono (largamente) i meno peggio.