Nando il Catone
giovedì 26 agosto 2021
C'era una volta
Il caravanserraglio messo in piedi dal baffuto Melucciov e dal Principe
Niasso, con la benedizione romana di Boccia ( marito della ballerina
sotto le stelle), per sostenere un recente professionista della
politica e commerciante nel tempo rimanente, fa acqua e nebbia da tutte
le parti. Ormai i moderati ed i cattolici
hanno capito l’antifona. Non hanno voglia di sorbirsi altri 10 anni di “un
uomo solo al comando” e stanno appoggiando le liste di Gloria Lisi (che
tra l’altro non disdegna simpatia verso il sindaco uscente di Cattolica
Mariano Gennari contrapposto a Franca Foronchi, candidata dal PD), convergono in massa sulle liste che appoggiano il candidato di centro
destra Enzo Ceccarelli. Lo stesso senatore Antonio Barboni (FI), assieme
agli amici dell’UDC, della Lista Toti, degli amici di Lupi e di Lualdi, hanno
trovato la quadra ed ora veleggiano compatti verso Ceccarelli. L'ex sindaco di Bellaria, è uomo moderato e pronto a guidare
Rimini, dopo l’assolutismo di Gnassi. Leggerà i bilanci, con metromare, bandi inesistenti e concessioni rilasciate, degne di attenzione. Insomma c’è un proliferare di liste e
listarelle pseudo civiche di sinistra promosse dai piddini che si vergognano
di mostrare tessera e bandiera di appartenenza. Il solito specchietto
per le allodole, pensando che l'anello al naso sia un simbolo riminese, come la nebbia d'estate. Sono ripiene dei rappresentanti di quel mondo che in questi 10
anni ha beneficiato di oboli e mancette per organizzare gli “eventi” del
Principe ed avere un briciolo di notorietà, non disdegnando gli incassi. La moda della Confcommercio arriva in soccorso. Indino dove lo metto? Il teatrino messo in piedi
da Gnassi, Sadegholvaad e compagnia adorante, per nascondere il simbolo del Pd, è spettacolo avvilente. Il partito, erede illegittimo della sinistra italiana, viene relegato ad un ruolo secondario. Impopolare tra i lavoratori, un clubino ristretto per carriere personali e familiari degli amici. Da Gramsci a.. Sadegholvaad, un salto nel ridicolo.