domenica 1 ottobre 2023

Chi li legge?

Il calo delle vendite dei giornali è costante. Ragioni? Tante, partendo dalla disaffezione crescente per la politica partitica. La storica composizione vedeva due forti e popolari partiti, oggi irripetibile. Sono scomparsi i lavoratori, la chiesa non attira e condanna come una volta. Uno spartiacque poderoso che ha alimentato per anni la vita della cristiana democrazia. Poi vi era un contorno abbastanza variegato di partiti che si collocavano a destra e sinistra dei due poli. La social politica ha distrutto decenni di lotte e piazze. Un post fatto bene, al momento giusto, vale almeno un supermercato. Il Pd conta sui giornaloni di servizio e giornalisti pagati con i nostri soldi. Un'altra delle tante deviazioni per surrogare la cessazione del pubblico finanziamento. I canali da spegnere sono tanti, anche le liquidazioni sindacali sono spesso irritanti. Ci sono giornali e giornaloni, una volta uniche fonti d'informazione, oggi dediti alla propaganda sempre più faziosa. Il Corrierone possedeva autorità indiscussa. Oggi barcolla tra una dovuta corresponsione al Pd e spinte lombarde in direzione governativa. Le grandi firme però propendono sempre per il vecchio lavoro di sostegno. Non potendo colpire la povera Elly, se la prendono con il leghista di turno. Tocca al Ponte Salvini. Non vorrà davvero realizzare un progetto che ha avuto tanti proponenti finiti male? Gramellini usa il collaudato metodo Dagospia per la Resa dei Ponti. Ironia gramelliana, di quelle chic e radical. La difficoltà finanziaria che colpisce il paese e naturalmente il governo, sembra sia figlia di nessuno. Sull'atlantismo non si scherza, per Biden questo e tanto altro. Essere costretti a tifare Trump per porre fine ad una guerra disastrosa, è troppo. Eppure è la triste realtà. Hanno applicato, all'americana, il metodo berlusconiano. Fanno le cose sempre in grande e sotto i riflettori di una giustizia hollywoodiana. Le gufate della propaganda sono tante, sembra siano augurabili. Ong e sbarchi concordati, stessa regia, hanno finalmente scosso la tiepida Europa, diretta dai franco-tugnini. Se la Meloni vince questa battaglia ci sarà la Presa del Nazareno. Dentro non c'è nessuno.
massimo lugaresi