venerdì 27 ottobre 2023

Le Icone del Pd

La più importante, da maneggiare però con cura e precauzione, è sempre il Presidente Mattarella. Viene citato, nei casi disperati, dai "quirinalisti" alberganti nei giornali del vecchio regime. Poi ci sono quelle in servizio permanente, rappresentate dai giornali della Gedi ed il Corrierone lombardo, sempre più condizionato dai pochi lettori rimasti. Devo anche citare i miei blog di riferimento, iscritti alla corrente radical chic, mescolata alle tette&culi di Dagospia. Nel mirino c'è sempre la Meloni che ha ribaltato la sua vicenda familiare. Si è liberata del compagno ed ha vinto in Friuli. L'intelligence di Dagostino si è cimentata nella critica della Campagna d'Africa del Premier. Il suo estenuante tour, le ha permesso di visitare circa 30 paesi, Quelli africani, legati all'immigrazione clandestina ed alla fornitura di energia, sono naturalmente i più colpiti dalle ripercussioni della guerra arabo-israeliana. Per la prima volta leggo sottili critiche alla Meloni per il suo impeccabile occidentalismo, segno che quello del Pd si sgretola. Il governo, quasi tutto, sta conquistando anche la postazione politica dei democratici vecchia maniera. Mentre i Demi sono divisi mestamente in almeno 4 correnti, più o meno democristiane, rallegrando i corvi grillini, il Premier giganteggia (?) nel suo sfrenato atlantismo. Questa no !! Concorrenza sleale contro la storia. Cosa prevedono allora? La posizione strenuamente filo-israeliana della Meloni sarebbe spazzata via dalle carneficine di Gaza e dalla posizione filo-palestinese di quelli che ci riforniscono di gas. Avete capito la sottigliezza della propaganda perdente? Fino ad ieri con il Mago Draghi erano strenui difensori e portatori della kippah, oggi per attaccare il nuovo governo diventano compagni di Hamas? Sarebbe la linea che per decenni la sinistra italiana ha mantenuto. Gnassi sbandierava, in faccia al Carlino, la bandiera palestinese, senza provocare polemiche. A Rimini, ogni cinque anni, scoppia invece quella sul nuovo stadio. E' ancora, elettoralmente, presto, hanno lanciato l'ennesimo progetto di fattibilità. L'assessore al basket non si pronuncia. Chiamami Melucci è schierato contro, non essendo più ripieno di mattoni, rimane l'amico Emanuele (juventino), ancora stacolmo di fiducia nell'avvenire. Lo invidio. 
massimo lugaresi