mercoledì 4 ottobre 2023

Rumoroso Silenzio

La premessa arriva da Linkiesta, la penna è sempre di Mario Lavia. Nel blog radical chic, senza spiaggia, funge da interprete dei rumorosi silenzi del Presidente Mattarella.  Esaurite le noci del Nazareno, come al famoso Bacuc, il giornalista, cerca disperatamente di inserire nel violento dibattito contro il governo votato, il colpo grosso Mattarella. Fallimenti in serie ed una catena  di operazioni incomprensibili come la Schlein. La segretaria si cuoce da sola, mantenendo in vita Conte. Secondo il giornalista che sembra assumere le vesti dell'interprete quirinalizio, il Presidente inizia a perdere la pazienza di fronte all'inconsistenza del governo. Colossale bugia, una delle caratteristiche della Meloni è quella di essere una globetrotter della politica. Passa da un continente all'altro, mostrando quintali di occidentalismo, presto necessario agli antagonisti della sinistra. Dai dispensatori americani di ordini e di guerre, non è mai arrivato un giudizio negativo sulla Giorgia. A sinistra invece si stanno avvicinando alla Slovacchia. Il governo è caduto nel facile tranello dell'immigrazione. Quando leggi che Papa Francesco sceglie Casarini come consulente, allora capisci che il mondo è al contrario. La conquista del Paese, scelto accuratamente dall'Europa come porto spalancato e dispensatore di risorse per le cooperative, ha fatto saltare il banco e le Ong battenti bandiere straniere. Sembra impossibile che la Meloni ed il suo governo riescano a vincere la battaglia contro tutti. La Stampa degli Elkann, quella di Cairo e la silente giustizia, con il sempre più ristretto manipolo dei garantiti, picchiano quotidianamente, senza però arrivare alla interruzione della legislatura. Sarebbe un atto di puro masochismo. La sottile linea di demarcazione tra i poteri presidenziali e quelli dell'esecutico è saggio mantenerla intatta. Continuate ad interpretare i silenzi e commenti come volete, pensando a Conte come nuovo segretario.
PS Foto: decide sempre Gnassi? Maurizio Ermeti è però del mestiere. 
 massimo lugaresi