mercoledì 11 ottobre 2023

In la zòza

Non la zuzzano, si direbbe dalle nostre parti. Non bastavano le divisioni all'interno del "diviso" Pd sulla guerra procurata da Biden, è arrivato anche l'evento tragico, deciso dall'Iran. Hamas ha intravisto debolezza, forse addebitabile all'ingordigia bellica di Zelensky ed ha sferrato un attacco improvviso, ben organizzato. Ci saranno reazioni, al momento solo minacce, per paura dello sterminio dei prigionieri. Un'altra vicenda che divide, al momento, solo il Pd. La propaganda, comodamente adagiata sui pizzini delle intelligences occidentali, deve trovare argomenti credibili per una storia che dura da 70 anni. Affamare, assetare, bombardare, distruggere la Striscia di Gaza, contenitore molto stretto con oltre due milioni di persone, diventa un eccidio o peggio olocausto. Sempre che non scateni la reazione di una potenza nucleare. Sarebbe necessario spegnere il fuoco prima che diventi un fungo atomico. Il governo italiano guidato dalla Meloni si è subito schierato compatto dalla parte di Israele. La reazione del Pd è sempre duplice ed antitetica. Quella giornalistica è invece perfettamente in linea con gli ordini che non hanno bisogno di lanciare. La componente grillina, Di Battista in testa, difende la posizione (scomoda) palestinese. Quella più attesa e misteriosa rimane nelle maniche larghe della Schlein. La cittadinanza più potente dovrebbe indirizzarla, senza aspettare il giudizio di Melucci o magari Gnassi. Penoso l'articolo di Dagospia, che ha "rimescolato" nella corrente filo-palestinese che sembra presente nella destra storica e sociale. Intanto la benzina vola. Chi sanzioniamo questa volta?
massimo lugaresi