mercoledì 4 ottobre 2023

Premessa e Svolgimento

La strategia giornalistica di Dagospia è da manuale della propaganda piddina. Prima la premessa: Expo 2030 poi lo svolgimento: salutame Expo 2030. La Meloni e spesso Salvini, sono gli ingredienti indispensabili per il brodetto di pallide verità, mescolate sapientemente con probabili bugie. Nella recente Assemblea dell'Onu, non potendo contestare l'efficacia del discorso della Meloni, incentrato sull'immigrazione con la (sola) rotta italiana, il primo ministro eletto si sarebbe dimenticata di sponsorizzare  la candidatura romana. Non contenti gli impaginatori, hanno irrobustito la previsione annunciando che Expo 2030 sarebbe già nelle mani e dollari dell'Arabia Saudita. La loro intelligence ha "captato" che il nostro compenso per ritirare la candidatura sarebbe superiore allo stipendio di Ronaldo. In conclusione, la sottile cattiveria a senso unico, costretta dall'immobilismo del partito di riferimento e genere. arriva a dire che il "silenzio" sarebbe dettato da meschini calcoli politici, in quanto Roma è ancora del Pd. Da qui al 2030? Finisce che per accontentarci ci consegnano la Cultura. La città dei bandi deserti e difficili da interpretare, si deve cimentare nell'asta demaniale più delicata e pericolosa. Hanno designato la squadra che affronterà l'impegno. Sembra giusto dividere colpe ed allori. Con i nostri alberghi, difficilmente vendibili, vedremo la reale quotazione della città. Bin Salman, ancora non si è pronunciato, di sabbia ne ha già tanta.
massimo lugaresi