martedì 22 maggio 2012

Ma Che Ti Ridi?

Cara sinistra, ma che ti ridi? Beppe Grillo è di sinistra e lo hai perso, Bersani e il suo popolo se la cantano da soli guardando allo sfacelo della destra, facendo finta di aver stravinto le elezioni, senza chiedersi come mai il comico genovese, lui sì di sinistra, oggi sia diventato il loro nemico più temibile. Mentre analisti, professori, statistici, si trastullavano nella «masturbatio grillorum» dei dati elettorali, termine caro a Giuan Brera per dire di tutti quelli che si perdono in infinite e stucchevoli discussioni quando là fuori in realtà succedono cose di un certo rilievo che nessuno avrebbe mai neppure immaginato, ieri sera Beppone Grillo se la rideva dal suo salotto sul mare di Toscana. La portata epocale di quello che è accaduto è, probabilmente, nota soltanto a lui. Diventare sindaco di una città come Parma lavorando da casa, perché il sindaco è Grillo, il «Pizza» gli fa da onorevolissima cornice, è senz’altro l’esempio più straordinario di telelavoro politico a cui ci sia capitato di assistere. Almeno nell’occidente che conosciamo. Qui non ci sono in ballo solo i new media, le piattaforme tecnologiche, insomma tutta la gamma di espressioni culturalmente moderne, c’è qualcosa che riguarda l’uomo, la sua forza, la forza evidentemente delle sue idee, il modo per esprimerle (da assoluto fuoriclasse) e la presa immediata e rispondente sul cittadino. Il quale non ha votato il primo che passava di lì, come qualche ingenuo vorrebbe farci credere. Ha votato una persona molto ben identificata, il suo leader nel quale, almeno in questa fase, domani si vedrà , si identifica completamente. Il leader è Beppe Grillo e la gente, non solo la sua gente, ne è pienamente orgogliosa. Come non esserlo, del resto, ricordando come in tempi assolutamente non sospetti, e quando pochissimi avevano appena il coraggio di sussurrarlo, il Nostro si presentò su Raiuno da Pippo Baudo e sparò di fronte a milioni e milioni di italiani che i socialisti (quei socialisti) erano dei ladri? Queste, ragazzi, sono cose che restano. Era lo stesso meccanismo di oggi, proprio il medesimo, era l’idea che ciò che ti saliva da dentro, in termini di indignazione politica, non avesse la minima mediazione intellettuale e che dovesse essere «rivelato» immediatamente al mondo attraverso tutti i mezzi possibili. Allora la televisione (ma solo come spettacolarizzazione della politica), era il 1986, il secolo scorso ma anche un secolo fa, oggi, al contrario, come purissima politica spettacolare, fatta di piazze e di salotti di casa, di assenze fisiche prolungate e incombenti, ma anche di presenze costanti e ineludibili su tutti i mondi paralleli della conoscenza veloce. E poi la sinistra. Cosa ride la sinistra, cosa c’è da ridere dopo queste elezioni. Sì certo, il solito conteggio da «masturbatio grillorum» parla di più città al centro-sinistra, Bersani se la canta (da solo) come al solito e il grande popolo progressista se la gode anche un po’ sbirciando oltre la collina dove va in scena l’autentica tragedia della destra (destra che in parti larghe ha anche votato Grillo). E persino di questo, la povera sinistra se ne fa un vanto per sminuire il trionfo del comico, come se i voti non fossero voti buoni quando arrivano dai pozzi avvelenati del Cavaliere. Ma c’è un motivo, sovrastante, per cui la sinistra oggi dovrebbe piangere calde lacrime di disperazione. Perché ha perso Beppe Grillo, che è sempre stato autentico uomo di sinistra. E se siete scettici, chiedete pure ad Antonio Ricci, uno dei suoi amici più cari. Soltanto un vero uomo di sinistra nell’86 avrebbe potuto (e voluto) dare dei ladri a quei socialisti, giacchè uno di destra non avrebbe potuto (e voluto). Soltanto un uomo di sinistra, un vero uomo di sinistra, avrebbe potuto (e voluto) immergersi negli scandali economico-finanziari di questo paese per trasformarsi paradossalmente in una fonte di conoscenza per le Procure d’Italia, soltanto un uomo autenticamente di sinistra avrebbe potuto (e voluto) introdurre i temi ecocompatibili all’interno di una società progressista che sull’argomento ha sempre opposto una snobistica visione del mondo, «tanto noi abbiamo i nostri bei salotti e chissenefrega dell’aria pulita o delle macchine elettriche». Soltanto un uomo genuinamente di sinistra avrebbe potuto prendere larghe distanze da questa sinistra che non si è mai aperta al mondo. Per cui, cari uomini e donne di sinistra, cosa c’è da ridere oggi? 


michele fusco
linkiesta.it