domenica 11 ottobre 2020

Carim

Ricordo l'espressione di Zaffagnini quando, in giunta, dissi che il Presidente della Cassa di Risparmio, contava più di lui e non avevamo rappresentanti. Eravamo alla metà degli anni 80, musica e turismo a gonfie vele, perfino troppo. La città sprizzava salute e soldi, le maggioranze di sinistra governavano tutto, eccetto le banche. Ho letto la notizia della presentazione del libro di Primo Silvestri sulla "caduta" di una delle migliori banche italiane. Complimenti all'autore, solo una potente dose di autonomia poteva toccare un tasto tanto delicato che il Carlino, nella nuova veste, evita. Se non eri curiale, ciellino e democristiano e qualche grembiulino, tutto insieme, la "cassaforte" della città la vedevi come commesso. Scherzo, hanno assunto anche un repubblicano. Il blog che riassume tutte le descritte credenziali, ha titolato che è stato un affare "complicato". Il Gen. Cecchi non è d'accordo. Ricordo il suo intervento nel processo riminese a tutela dei risparmiatori. La caduta rovinosa della Carim è stata una grossa ferita per il territorio riminese, ma su quella brutta pagina della nostra storia, è caduto da qualche tempo il silenzio. Aggiungerei come quello tombale su Aeradria. Non ci saranno libri, gli unici sono quelli in tribunale. “Carim, ascesa e caduta di una banca del territorio” di Primo Silvestri per le edizioni Il Ponte, è stato presentato ieri al Museo della Città. Ripercorre la storia dell’istituto approfondendone la vicenda della fine e il significato per il territorio. Intanto per non sbagliare il processo d'appello contro i vertici Carim è stato rimandato a data da destinarsi dal Tribunale di Bologna. La Cassa di Risparmio di Rimini aveva i "fondamentali" migliori, tra le consorelle italiane. Dopo 177 anni per una gestione che viene eufemisticamente definita non troppo esemplare, chiude. Adesso parla alla Macron. La Fondazione gestiva l'istituto. Ricordo che (solo) Tremonti voleva demolire la spartizione politica sulla pelle dei correntisti ed azionisti. La banca del territorio si è dissolta per avere dato tanto ai soliti "mattonari". Vengono definiti finanziamenti relazionali con la politica, voluta dai Fondatori. Controllati e controllori si scambiavano il posto. Il bilancio 2006 presentava utili raddoppiati, ma era falso. Non vi ricorda niente? Le ispezioni di Bankitalia sono arrivate nel 2010. Carim è stata commissariata fino all’autunno del 2012. Come è andata a finire è cosa nota, non certo a tutti, grazie alla stampa di cortile. Carim, dopo aver tentato disperatamente di salvarsi, mettendo in campo aumenti di capitale a ripetizione per coprire i buchi, alla fine ha dovuto cedere passando arma e bagagli, tecnicamente “incorporazione per fusione” a Crédit Agricole. Nel famoso concambio, mille azioni Carim sono scambiate con appena 32 azioni Crédit Agricole. La Fondazione non ha "mai" rappresentato la Città, solo una parte, sempre quella. La sinistra che pure ha tante colpe anche in questa vicenda, era rappresentata dopo un trentennio di assenza da.. Piccari. Il libro lo poteva scrivere lui, avremmo riso.