mercoledì 21 ottobre 2020

Le Parole

È capitato di rado nella mia esistenza di perdere le parole. Questa è una di quelle volte. Sono completamente smarrito. L'interlocutore mi dovrebbe dire da cosa... Why? Rispondo volentieri. Dalla completa incoerenza, dalla vacuità, dalla contraddittorietà. Come, ahimè, uomo di giurisprudenza sono abbittuato a misurarmi con l'altra parte che perora la sua vision. Giusta o sbagliata che sia poi decidono altri. Io faccio il mio. Si parte da un confronto dialettico, dove nel limite dei reciproci doveri e intelligenza, ci sono dei punti sui quali è ragionevole non retrocedere. Stare sul pezzo, se no è tutta fuffa come la piscina di acquarena in tecnopolo vero Mister...? Tutto questo in politica non esiste. È un porto franco abilitato a godere della abolita prescrizione dai loro sodali. Lì oggi, in quella "pozza" uno può asserire il contrario di quello che dirà domani. Del resto il mondo si muove più velocemente di quei piccoli esseri camaleontici che vengono destinati, per incapacità di avere un lavoro serio, nell'agone politico, che ormai parla una lingua aristocratica. I bignè di Gnassi però non mi hanno mai coinvolto, né convinto. Sebbene giovane sono della vecchia guardia...La corsa a petto nudo e mutandoni sulla battigia non me la posso permettere. Per serietà! E ci troviamo qua stancamente a raccontare i nostri giorni. È finita la festa anche per i nottambuli. Il destino avverso ha sorpreso gli assertori delle notti rosa, diventate ormai nere, e pesati, misurati sono stati scoperti per quello che sono. Mancanti! Ragazzi arroganti, quanto abili nei loro capricci da prime donne. Per fortuna gli abbiamo fatto il teatro sul cui palco vorremmo vederli esibirsi. Hanno dato tutto alla politica, non chiedetegli una spaccata. Il requiem possono recitare per la legge del contrappasso indirettamente proporzionale al loro unico programma di governo: le chiacchiere! Del resto non ho mai visto il codazzo di così tanti giornalisti da quando i cortigiani hanno smesso di assistere alla sveglia del Re Sole. Anche sul territorio del visir del borgo antico del resto con cala mai il sole, Conte permettendo. 
P. S. Per fortuna non ho avuto il privilegio di alzare le mani con quelli del modello Rimini. Chissà perché?!
Roberto Urbinati