mercoledì 28 ottobre 2020

La Mia Verità

Giuseppi's & Company hanno commesso le stesse cretinate marzaiole. Mentre Ddr Speranza affermava, a Fiumicino fosse "tutto sotto controllo", grazie ad un modesto termometro nelle mani. Era evidente che, immersi nella loro boria, pensavano che la Cina fosse un paese sottosviluppato e che, in Italia non sarebbe successo nulla. L'unica preoccupazione era intestarsi la (certa) vittoria, speculare oggi alla ricerca dei colpevoli. C'era un Tale che entrò in guerra per sedersi al tavolo dei vincitori. Seguì una tragica primavera, dovuta alla pochezza organizzativa, oltre alle falle del nostro sistema emergenziale. Scoprirono che non avevamo ne mascherine ne ventilatori, però la Lega aveva trasferito i soldi nei paradisi fiscali. Dissero che servivano solo nelle sale di rianimazione. Mentre gli "sottosviluppati" con un Pil volato all'8, tracciavano gli infetti e (dicono) sparavano sui trasgressori, erano fuori dalla pandemia. In nove mesi non abbiamo imparato niente ma speso miliardi gettati come brioches dalla regia di Casalino. Come avrà fatto a contagiarsi? Ce lo dirà Dagospia. Non esiste un protocollo sanitario per evitare morti negli ospedali e Rsa. Medici di base lasciati soli, quando la brezza si è trasformata in uragano. La prima medicina consegnata sui Navigli è stato lo spritz di Sala. Hanno chiuso l'Italia. Ucciso migliaia di imprese ed aziende ma salvato decine di persone. Arrivata l'estate si aprono le prigioni familiari, quelle dove oggi si scontano le quarantene. I contagi complice il caldo, erano quasi spariti, come i tamponi  anche loro bisognosi di ferie. Agosto ha celebrato la grande vittoria del governo che si è trascinata fino alla Campania e Puglia stravinte grazie alla grande opera compiuta nel paese, mentre per la Toscana è bastata la candidata leghista.
Meritavano tozzoni non gli applausi congiunti di Repubblica e Fatto. Oggi sono diventati tutti esperti e conoscitori delle carenze tecniche e sanitarie. Rimane una chiusura recidiva, senza titolo, compiuta con scelte demenziali.
Sandro Baschetti