domenica 11 aprile 2021

Bisogna Avere..Speranza

Ieri Chiamami Il Carlino, ha certificato, numeri alla mano, che erano 500 i partecipanti al comizio tenutosi in piazza Tre Martiri, la piazza della Resistenza al regime PCI-PDS-DS-PD, che da 70 anni domina incontrastato su queste terre. 500 sono più o meno i lettori della più famosa testata giornalistica locale. Sono ben lontani i tempi in cui Silvano Cardellini con i suoi articoli faceva tremare i vetri di Palazzo Garampi. Ma tant’è… gli uomini sono lo specchio dei tempi e bisogna accontentarsi di ciò che passa il convento degli sponsors. Comunque le parole di Paesani, di Fusaro, di Senaldi e degli altri oratori intervenuti sul palco, hanno toccato i cuori e fatto sventolare le bandiere e i cartelli dei presenti. Sono loro i rappresentanti di quelle categorie che da tempo soffrono le scelte “Speranzose” intraprese dalla classe dirigente del nostro Paese. Il povero Jamil, principe consorte di Re Niassi e del faraone Tutankagnon, fa quello che può. Deve giocare nel doppio ruolo “di lotta e di governo”, posizione non facile per nessuno degli ex comunisti/radical PD, nemmeno se vengono sdoganati da Mona Lisi, mentre intenti e assorti ascoltano la Santa messa nel periodo quaresimale. Stessa sorte della Petite Emmà, che tuttavia riesce a mimetizzarsi meglio nei ruoli di governo della nostra regione. Gli “opinionisti” di Chiamami Il Carlino non si sono accorti, forse per sbadataggine, forse per snobbismo, che nella piazza ieri c’erano gli elettori che un tempo facevano riferimento alla vecchia DC e alle forze del pentapartito, cioè quelle forze popolari ed interclassiste distinte e distanti dai partiti di ispirazione socialcomunista, che predicavano e teorizzavano l’odio e la lotta di classe. La novità della proposta politica di Paesani, che sta provocando scompiglio nelle forze di sinistra e del centrodestra, sta proprio in questo. Finalmente si coagula intorno a lui quel popolo di lavoratori autonomi, di pubblici esercenti, di commercianti, di professionisti, di piccoli imprenditori e di coltivatori diretti che, orfani di una propria “casa politica”, sono stati costretti a ripiegare sulle brutte copie dei partiti della seconda repubblica e su sindacati di categoria buoni solo a garantire carriere personali ai propri amici ciechi, sordi e muti. Si profila una battaglia politico-amministrativa, decisiva per le sorti e per il futuro della nostra città. Da una parte ci sarà il vecchio blocco di potere, costituito da funzionari di partito, da politici mediocri di lungo corso, da garantiti da guarentigie e privilegi vari secondo le vecchie logiche imperanti nel “Partitone”, inclini a pratiche di desistenza e inciuci con l’opposizione e dall’altra il mondo delle “Donne e degli uomini liberi e forti” che, sotto le insegne di MIO e di Lucio Paesani, hanno finalmente l’occasione di rialzare la testa e di credere in un futuro diverso per noi e per la nostra comunità.
 Don Camillo