venerdì 9 aprile 2021

Mare Nostrum

Gli antichi romani così avevano il vezzo di chiamare il Mediterraneo. Quello specchio di mare che è stato, almeno fino al XV secolo, il centro del mondo conosciuto. Luogo di incroci, calchi, vani, incontri e diffidenze. Oggi ancora una volta registra lo scaldarsi della temperatura delle acque per una pluralità di ragioni che spero voglia il contributo di un amico, a cui ho chiesto ragione, spiegare meglio di me. Attendo fiducioso i suoi sicuri lumi non appena il lavoro lo permetta. Dalle famigerate e disilluse "primavere arabe" allo jadismo latente, laddove non conclamato, sono derivate conseguenze rilevanti e forse impreviste. La leadership turca rinnova un protagonismo dimenticato da secoli e si insinua nelle partite colpevolmente trascurate, laddove non addirittura pasticciate, da UE ed USA, facendo viepiù leva sulla sua posizione di "stato cuscinetto". Mi riferisco a Libia e Siria quali partite trascurate, usando un eufemismo. Ma c'è altro. È di ieri l'uscita di Draghi che, inaspettata per quanto strampalata, malcela attriti che da mesi, nel silenzio della informazione concentrata sul virus, dividono Grecia, Italia e Francia dalla Turchia. Invero quest'ultima ha tentato manu militari di allontanare Eni e compagnie energetiche nazionali da uno specchio di mare (unilateralmente) "conteso" vicino Cipro. In pillole significa tensione alle stelle, altroché la mancata poltrona alla Presidentessa UE. La Libia è già caduta in mani "ottomane" e russe. In questo scenario occorre rafforzare le partnerships con gli antagonisti. L'Italia dunque vende, con contratti tutti da leggere (sic!) , due FREMM all'Egitto siccome storico avversario della Turchia. Realpolitik! Alla faccia dei diritti civili, dei poveri Reggeni e Zaki. Tralasciando la Siria invasa ad ovest dalle truppe di Ankara e di fatto protettorato russo che ivi ha stabilito una base della marina militare direttamente in Mediterraneo, come non accadeva dalla caduta dell'URSS, si riaccende, fino quasi a divampare, la mai sopita questione del Donbass. Pare infatti gli USA rispondano all'ingente concentramento di truppe russe in Crimea con lo spostamento di unità da combattimento nel Mar Nero, senza avere probabilmente nemmeno avvertito per tempo, entro termini previsto da storico trattato, la Turchia che ha il controllo degli stretti di accesso. Insomma il Mediterraneo è una polveriera, basta poco per accenderne la miccia e tutto degeneri, nel silenzio completo dei mass media intenti a trastullarsi con Speranza. 
P.S. Intanto Kiev chiede l'accelerazione della entrata dell'Ucraina nella NATO.
Roberto Urbinati