lunedì 5 aprile 2021

Hasta La Victoria Siempre

Sembra proprio che Lucio Paesani abbia intrapreso la strada buona per portare importanti novità alla nostra città, governata ininterrottamente da 70 anni, prima dal PCI ed ora dai suoi eredi, che in questo periodo hanno perso il pelo, ma non il vizio. Sono questi i rampolli, figli di quella classe dirigente sessantottina, che è stata allevata dai loro padri e madri, a suon di slogans contro i padroni per poi abbandonare “quell’eskimo innocente”, per vestire alla moda, con giacchette attillate e cravatte di Marinella. Sono i classici personaggi tipo il prof. Chicchi, o il faraone Tutankagnon o il Nando “Picadero”, o il duo Fabbri and Fabbri. Insomma madri e padri, figli ed amici si mischiano in quella mistura alchemica tenuta insieme dalla gestione e dal gusto del potere. I loro insegnanti provengono tutti dalla mitica scuola di formazione politica per dirigenti del PCI, delle Frattocchie di Roma. Alla prima lezione veniva insegnata una regola fondamentale: trasformare l’avversario politico in un nemico e andare a scegliere o infiltrare persone “fedeli”, nel campo dell’antagonista. Paesani sarà quindi costretto a sorbirsi la solita solfa: diventerà un pericolo per la democrazia, sarà additato come populista, sarà accusato di essere “fascista” e compagnia cantante. Melucciov, altro mazziere della commedia, con i valenki ai piedi, baffoni di corredo e colbaccone in testa, sarà sicuramente della partita, giocando su due tavoli: quello dello sputtanamento del nemico e attore principale nella faida interna al PD/PCI, per piazzare la propria candidata, la Emma Petitova. Paesani ha dato il destro alla polemica quando ha osato citare la Resistenza, i partigiani e andando a parlare nelle piazze. Questi sono argomenti che ho hai nelle vene il DNA Komunista, oppure nessuno può avere l’ardire di pronunciarne nemmeno la parola. Purtroppo i kompagnucci belli ai quali si sono aggiunti quelli mimetizzati nelle parrocchiette da preti o da cantori da Messa, si dimenticano che la nostra Costituzione, la Costituzione degli italiani, è nata dall’incontro di tutte le culture: quella cattolica, quella socialista, quella laico/liberale, quella comunista. Dimenticano i Kompagnucci, che nel 1948, il “Fronte Popolare” prese una sonora legnata che fece svanire il sogno di trasformare l’Italia in un Paese satellite dell’orbita sovietica. Quindi quando Lucio si è azzardato a citare questi argomenti, si è scatenato l’inferno e gli ascari, le sardine e i soliti guitti da palcoscenico e quattro soldi, sono scesi in campo a comando, in difesa di quell’osso esclusivo. Lucio, continua così. Finalmente si sente una voce fuori dal coro che parla nelle piazze e non al calduccio dei caminetti o nelle mansarde nelle quali si decidono, per scommessa o per schiribizzo, i destini della nostra comunità. Inizia quella “lunga marcia di liberazione” dai funzionari di partito e dai rampolli alla “Speranza”, messi lì non si sa da chi e non si sa come. Sarà pianto e stridore di denti quando a molti finiranno le “mangiatoie”, le auto con autista, le carte pre-pagate. E saranno dolori anche per le Associazioni di categoria che in cambio di posti nei vari CdA o Presidenze, se ne stanno zitte e mute alla corte del loro sponsor… come andranno i tesseramenti? Riusciranno ancora ad incantare i soci? C’è sempre un M.I.O . Finalmente a Rimini si volta pagina, con la mia benedizione.
 Don Camillo