venerdì 22 marzo 2024

Senza Titolo

Mario Lavia è, indubbiamente, uno dei tracciatori della linea di Linkiesta. Somministra avvisi e punizioni (verbali) per i tanti che escono facilmente dall'inesistente striscia democratica. Per rimanere in sintonia con gli agricoltori, abbandonati al pari degli altri lavoratori, la sponda piddina, popolata da garantiti ed imprenditori che lucrano in Italia ma restituiscono le tasse all'estero, ha chiamato Campo Largo, l'ultima deficitaria esibizione della nullità. I nostri giornali sono nelle mani di una editoria impura, perdono vistosamente, letti da (ormai) nessuno, ma rappresentano partiti, coalizioni o cordate che permettono un ristoro sicuro. Il campo largo verrà annoverato tra le sconfitte subite, dopo il precipitare all'opposizione. Solo pensare di stabilire un accordo con i grillini è anomalia tipica del personaggio, inventore di una moneta che ci avrebbe fatto lavorare di meno e guadagnare di più. Si è avverato tutto. Credo però che il massimo della follia l'abbiano raggiunta le sanzioni che continuano ad aleggiare per non ammettere che la guerra è persa. Stiamo assistendo ad una sequela di rincari che rendono il nostro potere d'acquisto sempre più debole. Lo chiedo (inutilmente) ai discepoli di Biden, ultimo insegnante del balbettante verbo americano. Siamo passati dai gendarmi e padroni del mondo, con il pronto intervento per ventilate minacce o inesistenti ordigni nucleari, alle fughe da film. Anche i nemici aspettano Trump, per chiudere l'epoca delle guerre. Quanti americani vogliono la terza? Una sfida senza ritorno, con Russia, Cina, India e, per gioire, i coreani del nord? Le intelligences, la stampa di governo ed opposizione, invece danno per scontate l'adesione dei cittadini. Mai successo che su temi così dirimenti ci sia un quasi perfetto allineamento tra maggioranza di destra ed opposizione, per comodità, di sinistra. Non è un mondo, il vostro, al contrario? 
massimo lugaresi