domenica 27 dicembre 2015

La salute è un rifiuto

Oggi, 27 dicembre 2015, il Fatto Quotidiano titola: Troppo smog. Ideona di Renzi: altri 9 inceneritori in 8 regioni. A questo punto possiamo veramente cominciare a definire criminali questi politici. Qualche dato: un inceneritore (chiamarlo "termovalorizzatore" è un insulto all'intelligenza) costa circa 350 milioni di euro; in Italia smaltire una tonnellata di rifiuti costa mediamente 90,00 euro; la combustione dei rifiuti produce ceneri e rifiuti tossici il cui costo per lo smaltimento, a seconda del paese europeo, è fra i 150 e i 300 euro a tonnellata (e qui cade anche la favola che con gli inceneritori spariscono le discariche). *In tutta Europa la vendita di elettricità prodotta bruciando rifiuti avviene a prezzi molto simili a quelli dell'elettricità prodotta da fonti convenzionali (olio combustibile, carbone, metano), pari a circa 4 centesimi per chilowattora. In Italia, la vendita di elettricità prodotta con un termovalorizzatore frutta al gestore dell'impianto da 9 a 14 centesimi a chilowattora, a seconda che l'incentivo economico si avvalga dei vantaggi previsti dai "certificati verdi" o del cosiddetto CIP6. In entrambi i casi si tratta di incentivi che sarebbero dovuti andare alle fonti di energia rinnovabile (solare, eolico, biomasse) e che invece vanno a favorire la termovalorizzazione dei rifiuti, dichiarati per legge tutta italiana, "fonte energetica rinnovabile". Un inceneritore richiede anche un enorme consumo di acqua e, se non viene foraggiato al fine di bruciare tante tonnellate di rifiuti come programmato per la sua costruzione, rischia di spegnersi; ecco perchè differenziare con un inceneritore attivo sul territorio equivale a fermare la perdita di acqua da una vasca senza tappo. A pochi km da Rimini, a Coriano, è attivo un inceneritore degli anni '70; un dinosauro che inquina a livelli incalcolabili e che, come tutti gli inceneritori, ci costa soldi dalle bollette Enel e dalla tassa rifiuti. I politici dell'opposizione dovrebbero spingere fortemente per informare i cittadini sulla pericolosità e dispendiosità di un tale mostro e mettere finalmente a nudo un problema che si trascina da decenni: i cittadini virtuosi differenziano e poi la maggior parte dei rifiuti va incenerita provocando inquinamento e prosciugandoci il portafoglio. E vogliamo parlare di tutte le materie prime che vengono sprecate bruciandole? Qualcuno si è accorto che poi, gli stessi materiali che buttiamo nel fuoco ce li dobbiamo ricomprare? E che, oltre a spendere un pacco di soldi, depauperiamo l'ambiente perchè le materie prime non sono inesauribili? Invece di sprecare denaro pubblico in ridicole piste ciclabili e rotonde appiccicate ai semafori, non sarebbe il caso di fare un bel centro per il recupero/riciclo/riuso delle materie prime da rifiuti (in Italia ce n'è già qualcuno e basterebbe copiare) che pulirebbe l'ambiente, abbasserebbe i costi di gestione e darebbe centinaia di posti di lavoro? Chi ci governa, ha una mezza idea di quanti soldi possono entrare nelle casse di un comune, vendendo le materie prime recuperate dai rifiuti (che allora diventano risorse)? Ma forse queste cose non interessano un comune culoecamicia con Hera che si arricchisce con la combustione dei rifiuti alla faccia della salute e della crisi dei cittadini.
Sonia Toni
*Dr. Federico Valerio, Presid. Italia Nostra, Liguria.
 Foto: 27 Dicembre 2015 via Tartaglia