venerdì 18 dicembre 2015

La Città Morta


Gli articoli di ieri sul Dott. Ravanelli alla Fiera e Maurizio Focchi alla Fondazione Carim hanno suscitato parecchio interesse. In particolare, una lettera del Cancelliere il quale da un po’ ci trascurava. Così ci scrive:
“Caro Lugaresi, hai colto bene nei Tuoi articoli il senso delle nomine di Ugo Ravanelli alla direzione della Fiera e di quella (non del tutto certa) di Focchi alla Fondazione Carim. Si tratta degli ultimi personaggi spendibili e di livello per cercare di evitare lo tsunami che si profila su questa città. Anche se, a mio avviso, si è già verificato… Per quanto riguarda, Ugo Ravanelli è certamente l’uomo che segna la fine dell’”era” Cagnoni con annessi e connessi. A dir la verità, anche il prossimo Presidente M.M./Parmeggiani con Ravanelli avrà poco da ridere, anche se i loro rapporti erano e (penso) sono personalmente buoni. Il nuovo D.G. dovrà garantire Unicredit di non fare la fine di Carim all’aeroporto, quindi dovrà massimizzare gli utili delle quote del “Gruppo Fiera” ormai quasi tutte date in pegno al finanziatore. Unicredit appunto. Quanto a Focchi è certamente l’ultimo industriale riminese che non abbia tralignato con i mattoni falliti e, quindi, è la persona ideale per formazione e spirito religioso per sostituire Pasquinelli alla Fondazione che, ricordiamo, è per metà curiale e per metà ...molto meno. Tuttavia, vi è una domanda implicita a cui Tu non hai risposto o potuto rispondere. Si salverà questa città? Assolutamente no! Questi personaggi potranno “salvare” le singole realtà loro affidate (più facile per Ravanelli, meno per Focchi) ma non lo stravolgimento del tessuto urbano cittadino messo in piedi in questi anni e, soprattutto, mesi prevalentemente per “salvare” il buco nero del Palacongressi. Questo è un danno irreversibile che nessuno è in grado di riparare. Già si vedono gli effetti adesso, molti mesi prima dell’apertura dell’Iper Acquarena. Per convogliare ciò che resta delle capacità (non molte) di spesa cittadina non assorbite dal mega iper “Le Befane”, si è dovuto sigillare il centro storico privandolo totalmente dei parcheggi. I cali di fatturato in questi tre mesi delle già in difficoltà attività del centro sono crollati da un venti al cinquanta per cento. Ben poche di esse, come dico da anni, arriveranno all’estate 2016. Forse chiuderanno prima ancora che Acquarena apra. E questo, se ci pensi, è un bel paradosso: si è uccisa la città prima che arrivasse il beneficiario. Quindi il destino della bi-millenaria città di Rimini è segnato e, in fondo, lo è stato da un fatto tutto sommato insignificante: la costruzione di un inutile palacongressi e, per salvarlo, di un ennesimo ipermercato che avrà per effetto la creazione del “buco nero” nella città storica. Già, peraltro, duramente provata da una crisi generale che non accenna a finire, né finirà. In questo contesto, qualcuno potrebbe fare una legittima domanda: ma della “città” propriamente detta, svuotata delle sue attività commerciali, che ne sarà? L’ho già detto qualche mese fa e lo ripeto oggi con più convinzione di allora. Nel giro di pochi anni, quello che chiameremo per comodità “ex centro storico”, diventerà l’alloggio di una parte di quei milioni di profughi che l’Europa intende “acquistare” a seguito delle guerre da essa scatenate (sotto l’egida e la guida dell’impero del bene USA) in Nord Africa e, soprattutto, in Medio Oriente. Saranno la mano d’opera a “costo zero” che, secondo gli illuminati di Bruxelles (basta leggere i loro giornali: Repubblica, Stampa, Corriere ect. ect.), salverà l’Europa (???) e per quanto ci riguarda troveranno la loro collocazione proprio in quello che fu il salotto buono di Rimini. Un po’ in contrario di quello che è avvenuto a Parigi con le famose banlieux parigine. Là i profughi concentrati nelle periferie. Da noi li si mette nel centro svuotato di attività ed abitanti. Non mi dilungo troppo, e Ti invio un cordiale saluto natalizio che in questo contesto sa un po’ di “triste commiato.” 
Il Cancelliere

P.S.: tralascio le scemenze tipo TRC