giovedì 10 dicembre 2015

L'acqua non si vende

Ma si fa pagare e non poco. Bene essenziale l’acqua, di primaria importanza, che dovrebbe essere garantito e non usato per fare soldi in quanto bene pubblico.. l’argomento mi porta a ritroso nel tempo per raccontare quanto accaduto circa 15 anni fa in una struttura di proprietà del Comune data in gestione con un regolare bando ove nel conteggio gestionale sotto la voce “fornitura idrica” risultava una spesa annua di (allora) 3.500.00 lire. Nel cambio di gestione, da Comunale a privato, si riscontrò una tardiva lettura di circa 12 mesi del consumo reale, a fronte di acconti, con il risultato che dei preventivati 3.500.000 di lire la spesa fu di 15 milioni e rotti a parità di utilizzo della struttura. Ci si mette alla ricerca della perdita e con il guasto riparato si comincia l’iter per annullare la fattura di conguaglio anche con l’aiuto di una persona politicamente importante con il risultato della sospensione del pagamento e con la riattivazione del servizio. Passano circa 6 mesi e come d’incanto l’allora Amir torna alla carica con la richiesta di saldare quanto dovuto, nel giro di 3 giorni sospendono il servizio e a nulla valgono le preghiere di soprassedere in quanto la struttura, essendo un bene pubblico, dove garantire un servizio. Non vi fu altra soluzione che pagare gli oltre 8.000 euro richiesti per evitare la chiusura. Il motivo di questo racconto sta nel seguito della storia, si perché non fu possibile attivare la polizza assicurativa del fornitore che si paga in bolletta in quanto risultava dai tabulati Amir che il consumo era congruo con i consumi dei 5 anni precedenti, pertanto era da ritenersi una normalità quanto fatturato. Allora ebbi a chiedermi come poteva essere possibile che dipendenti di una struttura pubblica con l’obbligo di pagare e controllare i consumi non si sia mai accorto di nulla. E’ possibile che da un anno all’altro ci si trova di fronte ad uno sproposito di consumo e che nessuno intervenga? Allora nessuno pagò tranne il privato che allora era il gestore. Responsabili non se ne trovarono e chi doveva politicamente interessarsi se ne lavò le mani in quanto la pratica nel contempo fu trasferita a Bologna sede amministrativa di Hera. Pensate che qualcosa sia cambiato da allora? Nel pubblico chi sbaglia non paga mai…il privato si!!
Ermanno Baldini