martedì 15 dicembre 2015

Cantieri Elettorali

Il Cronoprogramma è stato perfettamente rispettato. Dopo quattro anni a dipingere righe gialle per terra l’ultimo anno del governo Gnassi è esploso in un bombardamento di cantieri a grappolo. I debiti sono stati ricontrattati e allungati al 2040, aumentando così gli interessi che gravano sulla cittadinanza. Che dire… siamo pronti per essere nuovamente lardellati e messi a rosolare. Oggi la cronaca annuncia 27 milioni di opere in arrivo. Ovviamente i soldi spesi non saranno proprio quelli, poiché alcuni lavori sono ad integrazione dei lavori della terza corsia (vedi rotonda Statale – Via Montescudo) ed altri oltrepassano il confine elettorale di maggio, cercando fidelizzazione dell’elettorato… come il muratore che se non lo paghi ti lascia le macerie in casa. Attenzione però perché non è solo una questione di soldi. V’è anche il pericolo della compromissione di un equilibrio urbanistico già precario. Friburgo (vi ricorda qualcosa?) dagli anni ’70 investe risorse e impegno amministrativo nella mobilità, l’energia, il verde, l’urbanistica. Noi vorremmo cambiare l’urbanistica in un anno e senza un piano? Per quanto bravi a progettare nuove soluzioni possano essere gli uffici del Comune queste risentono del gap dell’errato sviluppo urbano Riminese, dell’assenza di un vero piano urbano del traffico e di un sindaco che se dice ciclabile… beh, ciclabile deve essere. Per essere chiari. Chi vi scrive vorrebbe non il centro, ma un mondo ciclabile. Purtroppo però la realtà è fatta di esigenze e se non si è in grado di coprirle la pista ciclabile diventa solo un atteggiamento, nulla più. Per essere ancora più chiari: se una madre che deve portare i bambini a scuola, andare a fare la spesa, assistere il suocero che in mattinata deve fare una colonscopia, riprendere i figli a scuola e preparare da mangiare entro l’una, trova sulla sua strada una ciclabile che sembra calata dall’alto come una punizione di Dio all’automobilista… beh… c’è caso che faccia una strage di ciclisti. Una ciclabile veramente utile dovrebbe accoppiarsi, perlomeno nell’intento, con la copertura delle altre esigenze. CatturaSento però di non essere stato abbastanza chiaro ed allora faccio un esempio reale. Borgo S.Andrea, via Saffi. Superata la chiesa quella strada era normalmente un caos, perché un divieto di transito (fatto rispettare solo il sabato) e un semaforo troppo veloce incolonnavano tutti quelli che cercavano un varco dalla Statale alla circonvallazione interna. Prima, però, via Saffi era a due corsie e chi doveva aggirare la Parrocchia si disponeva sulla sinistra e proseguiva. Oggi non si può più. Habemus ciclabile. Senza piani della mobilità a lunga scadenza, ma anche senza il necessario supporto culturale per certe operazioni, tutto ciò che si ottiene è un’improvvisazione. Una via come quella dell’esempio attraversa un Borgo con la sua vita e le sue piccole imprese che, formalmente, sono nel cuore di tutti, ma quando il mondo cambia sono i primi a pagarne il prezzo. Se oggi in prossimità del semaforo di via Saffi mettessero una centralina Arpa per il controllo dell’aria.. morirebbe. Strana conseguenza per una pista ciclabile, ma non l’unica. Il Commercio ne è gravemente ingiuriato poiché è stato inibito il passaggio occasionale e scoraggiato quello intenzionale. Tra l’altro la ciclabile non può essere nemmeno completa nella sua funzione, poiché viene usata come sosta veloce da spedizionieri, operatori ecologici e furbetti lastminute. Insomma. Gli ultimi mesi della giunta Gnassi, con tutta l’ansia di un brutto risveglio dopo un letargo di 4 anni, potrebbero diventare un’ecatombe per una città come Rimini, che già parte con un enorme gap da disarmonico sviluppo. 
P.S. Se in Olanda, all’improvviso, scendessero tutti insieme dalle biciclette, credo che il paese sprofonderebbe. [Gino Bramieri]
 @DadoCardone Citizen