domenica 26 giugno 2016

La (mia) Verità

Le vittorie del M5S a Roma e Torino, piacevolmente amalgamate con quella locale di Cattolica, portano istintivamente però a guardare cosa è avvenuto a Rimini. Capisco e riconosco come autentici perfino i sentimenti e pianti (interessati) dei Cardone per l'assenza del M5S dalla competizione. Le colpe non sono mai quelle più evidenti, il peccato viene da lontano. Parto da una domanda semplice, semplice, anche per chi prende mille..euro al mese per pregevoli attestati di bravura e onnipresenze parlamentari. Ha fatto bene o male lo Staff a rifiutare le due liste presentate a Rimini? Per quanto mi riguarda, pur sostenitore di una parte, ho accettato il responso con la massima serenità condita anche da naturale sollievo. Ho fatto di tutto (quasi) per portare una forza dalle potenzialità devastanti non sulle scale del Palazzo Garampi per l'obbligatorio selfie del gruppo nelle mani del "tuttofare", ma più in alto, sulla poltrona sindacale. Il mio candidato "iniziale" era, lo sapevano tutti, il "non" dimenticato Cancelliere. Non mi piace fare paragoni con persone e amici che si sono dichiarati disposti a rischiare offese e ingiurie, ma Ettore Bontempi era di un'altra categoria, anche politica. Poi..è andata come è andata a finire..tragicamente. La cosa che non accetterò mai è però permettere che i "veri" colpevoli rimangano sulle loro poltrone super onorate e non vengano cacciati dal movimento. Parlo, per non alimentare equivoci, dei Tre Eletti. Il movimento deve ripartire da zero. Troppi errori commessi senza lasciare nemmeno una piccola eredità. La storia dei "due " poliziotti ha segnato il minimo storico della politica (?) riminese. Quando si riesce ad arrivare a questo squallore non si ha nessun diritto d'esistere o concorrere. Che sia stato il "piacere" iniziale a Gnassi non vi sono dubbi. Ha permesso (anche) il formarsi della Lista Inciucio e non mi vergogno. Con la presenza elettorale dei 5S sono sicuro che il Pd non sarebbe arrivato a tanto. La situazione del movimento a Rimini andava però rivista. La mancanza di una pur pallida organizzazione ha permesso a piccoli manifatturieri di candidati d'impadronirsi del titolo che porta anche benessere personale. Non la risolvi con patetici e ridicoli inviti a "facciamo la pace". Francamente non avevo mai visto condensarsi in così poche persone un simile grado di volgarità politica. Nelle città più rappresentative (Roma e Torino), la vittoria non parte con la campagna elettorale, ma con una opposizione seria (consiliare) che ha saputo fondersi con le aspettative dei cittadini. Presentare, come avvenuto a Rimini, un "non" consigliere da parte degli stessi consiglieri, non è certo una colpa ma un attestato evidente di incapacità. Se poi aggiungiamo il "colore" nella più classica espressione del radicalismo di sinistra ormai decotto, il discorso è chiuso. La "nostra" Lista è stato un tentativo (fallito) di allontanare il baratro. Il candidato iniziale, se ci fosse stato un MoVimento anche leggermente "permeato" di normale intelligenza, avrebbe creato al Pd un mare di problemi. Il più pericoloso e per questo subito stoppato (anche) dagli Eletti è stato il poliziotto della Uno Bianca. Avremmo almeno giocato a guardie e ...