giovedì 16 giugno 2016

Lavorano come negri..

Lavorare come negri: si dice pure? "Parlano le lingue e lavorano sodo", e si potrebbe aggiungere "non fanno troppe domande". Parlo ovviamente di questa iniziativa di gestori di stabilimenti balneari che impiegano profughi, spacciata come "umanitaria" volemose bene etc. Onestamente, la cosa puzza. E' il leit-motiv della Riviera da almeno 10 anni assumere personale straniero che appunto "parla le lingue, lavora sodo" e non ha pretese. Questo per massimizzare i guadagni: il distretto turistico è distretto industriale ed l'operaio deve renderti 10 volte quello che lo paghi! Questo non è bene, se cominciano ad assumere anche in spiaggia "negri" che notoriamente lavorano come negri, mascherando la cosa come atto umanitario siamo alla frutta dello sfruttamento del lavoro. Per il mio sentire le imprese turistiche dovrebbero dare lavoro in primis ai locali, per una ragione logica, di buon senso, di senso comune non xenofoba "prima gli italiani", no! - alla luce della grande crisi del lavoro italiana, come accadeva in passato in cui le famigliole meno abbienti mandavano i figli a fare la stagione come si diceva, e contribuivano al bilancio famigliare. Oggi come oggi entri in un albergo non trovi più uno che sia uno del posto, ma braccianti ottocenteschi che si spostano seguendo la via del turismo mari monti come si spostavano in passato seguendo i cicli dell'agricoltura ieri dormivano nel pagliericcio, oggi in un buco di cameretta quindi c'è molto da fare su questo fronte e gli operatori turistici invece di farsi belli e assumere neri che lavorano 18 ore senza fare domande dovrebbero condividere la ricchezza con chi paga le imposte qui (visto che tanta gioventù riminese oggi si gira le dita o va all'estero) e sostiene le loro imprese che hanno sempre necessità della mano pubblica locale!
 A.S.