mercoledì 24 maggio 2017

La Morte

La morte di Nicky Hayden, riecheggia più quella di Ayrton Senna, avvenuta a Imola in maggio, ormai molto tempo fa che quella di Simoncelli, nato nelle nostre terre. Mette davanti una scomoda realtà soprattutto alla luce del fatto che per pura casualità è morta un'altra atleta per la stessa ragione: incidente in bici. E dovrebbero fare riflettere a noi riminesi questi incidenti di sportivi nel nostro entroterra sebbene fuori comune e una fuori provincia, disgrazie che sinceramente spezzano il cuore. Avvenute lo stesso giorno per la stessa causa ma attenzione, incidenti diversi. Hayden non era un ciclista mentre la campionessa investita da un camion nel forlivese/cesenate è una ciclista che si stava allenando per la Nove Colli che non avrebbe poi corso purtroppo. Comunque due campioni morti in Romagna lasciano il segno per me e sono un segnale. Una favola dice pressapoco: uno scorpione chiede ad una rana di lasciarlo salire sulla sua schiena e di trasportarlo sull'altra sponda di un fiume; in un primo momento l'anfibio rifiuta, temendo di essere punta durante il tragitto, ma l'aracnide argomenta in modo convincente sull'infondatezza di tale timore: se la pungesse, infatti, anche lui cadrebbe nel fiume e, non sapendo nuotare, morirebbe insieme a lei. La rana, allora, accetta e permette allo scorpione di salirle sulla schiena, ma a metà strada la punge condannando entrambi alla morte; quando la rana chiede allo scorpione il perché del suo gesto folle, questi risponde: "È la mia natura". Dunque i ciclisti continueranno a farsi ammazzare specie ad aprile, maggio dalle auto: lo sanno che rischiano di spargere i propri visceri sull'asfalto ma è la loro natura. Come Hayden forse sapeva che sarebbe potuto morire in gara, non in bici. Personalmente credo che occorrerebbero degli Stati Generali della sicurezza stradale, ci sono meno incidenti per i dati che sono divulgati, ma più morti, le cause sono tante e note, in Europa siamo fra i peggiori. A Rimini basta mettersi 5 minuti di fianco a un cartello di limite velocità per notare come su 20 veicoli inclusi veicoli di servizio, bus etc., 19 non rispettino tale limite anzi lo doppino, triplichino. Questo di giorno. Alle 2-3 di notte non è infrequente vedere auto sui due lungomare di levante e di ponente a 140-150 all'ora nell'area urbana. Ogni tanto vedi qualche pattuglia di cc o polizia che presidia il territorio e null'altro, penso che non sia più tollerabile questa carneficina. Chi ha responsabilità della sicurezza stradale non deve mascherare, minimizzare, dire che va tutto bene: anzi massima trasparenza sugli incidenti, avere e diffondere percezione che le nostre strade non sono affatto sicure è già un primo passo per tentare di risolvere o arginare il fenomeno se si continua a dire che è tutto ok resteremo i primi clienti del Bufalini. 
Yves De Vergon detto Amelio