venerdì 19 maggio 2017

Nicky Hayden

Povero, povero Nicky Hayden (al quale auguriamo pronta guarigione) che ha rischiato la vita tante volte a 300 all'ora e rischia di perderla per un'uscita in bici dove al massimo fai i 60! No, non è un posto per ciclisti Rimini e l'Italia in generale, sebbene in zona si svolga una gara molto nota e amata in Europa come la Nove Colli che in poche ore esaurisce i posti disponibili. Sebbene sia uno sport molto amato e praticato, sebbene le nostre dolci colline siano l'ideale per ciclisti amatoriali e quelle meno dolci per allenarsi "mi basta il Carpegna" diceva l'immenso Marco Pantani che ivi si allenava, le macchine vanno troppo forte e non rispettano le regole stradali, ovunque! Io stesso sono stato incornato da dietro nel ravennate! Di più: gli automobilisti, non dico tutti, detestano i ciclisti amatoriali perché a loro dire ingombrerebbero la strada in quanto invece di disporsi in colonna si mettono in gruppo: ma questa è una cosa voluta proprio per essere più visibili! "Noi non ostruiamo il traffico, noi SIAMO il traffico!": afferma il teorico mondiale del movimento ciclista. Alcuni mesi fa fece notizia il video di un ex ciclista molto noto sulle strade sgarruppate del nostro entroterra che si vorrebbe paradiso dei cicloturisti ma le morti e gli incidenti sono tantissimi, c'erano già i segnali di questo ultimo tragico incidente: settimana scorsa è morto un ciclista in Valmarecchia, 2 settimane prima ne era morto uno in Riviera fra Romagna e Marche. C'è anche talora un aspetto di irresponsabilità di chi pensa di fare questa attività allenandosi una tantum o in grave sovrappeso ma per di più la causa della morbilità e mortalità dei ciclisti non solo amatoriali ma anche semplici ciclisti urbani, sono le auto. Tra l'altro come nazione UE siamo nella parte alta della classifica per mortalità su strada. Dopo ci sono i paesi più poveri dove si muore su strada ancora di più. La colpa è 99% degli automobilisti e di chi non fa i controlli e manutenzione stradale: se c'è scritto "60" devi fare "60" e non muore nessuno se fai 100 metti a rischio, e nessuno o quasi controlla, questo è espressione di decadenza del paese perché come detto i paesi più sono poveri e malmessi più hanno morti stradali. Purtroppo temo dobbiamo abituarci a convivere con questo fenomeno che mettiamo con gli investimenti di pedoni, col disprezzo dell'altrui vita su strada, con pochi controllori e poco seri nel loro lavoro, leggi inadeguate, pochi quattrini da destinare alla sicurezza etc.. 
A. S.