mercoledì 17 maggio 2017

Vince la Vescovi ???

Banca Etruria, il "paziente zero" della crisi: da Arezzo parte la valanga del credito
Non credo ai sondaggi piddini, sono abituato ad inventarli da solo, leggendo (prima) i due giornali locali. A dire il vero la loro è una gara a chi è più vicino o intimo al Pd. Allora sarei costretto a dire che vince, senza grande fatica, la Vescovi per mancanza di avversari e presenza (gradevole) di cantanti. Al posto di un programma, una canzone..bella, niente da dire. Le due veline, nella gara giornaliera, hanno già assolto il Sindaco riminese e garantito alla Vescovi la vittoria per maggiore presenza scenica nell' X Factor riccionese. A dire il vero le speranze della "sicura" Sindaca risiedono nel ritorno all'ovile renziano di gran parte della folcloristica maggioranza racimolata dalla Tosi e scompaginata dal notaio. Non a caso i resti dei bagnini e chioschisti, disperati per le promesse pizzolantine, si ritrovano con i bandi in mano, proprio a Riccione. I romagnoli non sono stati invitati, li danno ormai per persi. Nel Blog qualcuno (uno) sostiene che vincerà il "cantante", lo abbiamo isolato e vaccinato. I riccionesi non si sono mai sentiti secondi a nessuno, manifestando, per anni, ragioni valide. Esisteva il Partito che riusciva a coagulare un consenso alle volte difficile da spiegare. Da Masini in giù è stato un rotolare verso il basso di Rimini, con aspetti drammatici in alcune scelte (Trc). Altro aspetto a favore "vescovile" è la definitiva chiusura con birrai e invenzioni estemporanee, che non hanno convinto i vecchi compagni, tanto meno il nuovo corso democristiano. Il tema Trc torna prepotentemente in corsia elettorale. E' vero che la Tosi poteva anche risparmiarsi alcune velleità o incursioni da scontato avviso di garanzia, rimane però per il Pd una vergogna non diventata ancora un debito da..... Aeradria. La candidata piddina, scelta dopo la distruzione di una delle realtà politiche più forti della regione, è costretta ad accettare il regalo del suo (predecessore) Pironi. Invece di polemizzare su come ridurre gli impatti esistenti e non cancellabili, sarebbe più utile iniziare il discorso su come usarlo..meglio. La crisi è arrivata anche a Riccione, dopo e più leggera del "disastro" riminese. Parlano della riduzione del danno senza sapere come, sarebbe ora di chiedersi come valorizzarlo. Ad esempio: una linea cittadina per le grandi opere che (sembra) i riccionesi vogliono portare avanti (Marano Terme). L'idea del piccolo e bello, facciamo da soli, non ha portato da nessuna parte. Cambiare verso aiuterebbe a mettere in luce la pazzia di una città come Rimini gestita alla pro-loco, al netto dei mille proclami tutti regolarmente enfatizzati. La paura (mia) è che la scomparsa dei partiti di riferimento, porti le città in preda ad uno spontaneismo da..Il cielo in una stanza.