martedì 15 maggio 2018

Il Verde Pubblico

La manutenzione del verde pubblico è una grana, un importante onere per un'amministrazione ("verde" così importante oggi per la sensibilità diffusa, comune, generalizzata, per ovvi e noti motivi). Tanto è vero che a Rimini esempio Hera che era subentrata a 360 gradi nelle competenze delle ex municipalizzate incluso il verde cittadino ne è uscita ed è rimasto in capo ad Anthea in quanto non rende, anzi, come detto risulta oneroso, non conviene, è una voce di bilancio di "spesa" non potendo mettere la tassa... sulle aiuole. E questa considerazione mi dà l'occasione per parlar male di Anthea e della sua totale "negazione" a trattare il regno vegetale, il nostro patrimonio di verde, prima curato in maniera più che decente da Amia. Il pollice verde o ce l'hai o non ce l'hai: Anthea "non ce l'hai". Chi nasce in campagna solitamente ce l'ha, è più comune per quello che si vede nel gentil sesso che negli uomini, si può imparare e ci si può nascere in empatia con le piante, attempate signore curano grandi splendidi giardini con millimetrica minima attività usando un mignolo laddove un zuccone con tutta l'attrezzatura, i concimi e via dicendo non riesce a curare due gerani, une delle piante di più facile coltivazione per antonomasia. Se voi andate nell'entroterra infatti ci sono delle rotonde che... sono una cosa meravigliosa per quanto i villani sono abituati ad aver a che fare col regno vegetale, quando a Rimini il nostro verde languisce per i motivi sopraddetti. Basti pensare la soluzione che si adottò quando fu necessario allargare il marciapiede lato mare per fare spazio alla ciclabile: fu segato un pitosforo (arbusto forse fra i più tipici in zona assieme al bosso, adattissimo a basse siepi e che teme soltanto lunghissimi rarissimi periodi siccitosi, uniti ad altissime temperature altrimenti non muore neppure... se gli spari!), ma in senso longitudinale per km, e furono messe a dimora alcune piante aromatiche come già era stato fatto ad esempio a Riccione: ma nessuno si sognerebbe mai di tagliare longitudinalmente una siepe per quel che risulta, per dire di quanto pressapochismo ci sia, basterebbe qualche agronomo, un laureato in scienze forestali, più banalmente un comune giardiniere che evidentemente Anthea non ha. E che non sia competente o quantomeno sciatta a trattare il verde che non faccia le dovute potature, che non azzecchi le essenze, lo si vede ovunque girando in città, specie nella zona mare che dovrebbe essere curata. Ci sono cartoline degli anni 70's che mostrano aiole curatissime con auguri di benvenuti a Rimini, fatte con fiori, ora crescono infestanti ovunque frammiste a piante ornamentali, e addirittura sui marciapiedi e in questo caso c'è anche corresponsabilità di chi deve pulire. Comunque se posso dare qualche consiglio di buon senso da non esperto: scegliere essenze che non necessitano di cure particolari c.d. "rustiche", e a crescita lenta; scegliere essenze locali, non andare a cercare le piante tropicali; cercare di preservare quello che c'è tenendo tuttavia conto per esempio che la sicurezza stradale (tutela della vita umana) viene prima della tutela del verde quindi se nella strada x (ex. via Marconi altezza via Amati) noti che gente s'ammazza contro gli alberi che sono ormai troppo grandi, tagliare e metterne a dimora di piccoli! Non tagliare invece per evitarsi fannulloni di raccogliere le foglie nelle piante decidue come purtroppo si vede fare. Cito infine fra tanto che si potrebbe citare il caso dello spartitraffico di Piazzale Battisti stazione (ma potrei citare il Giardino Ferrari): in passato essendo la prima cosa che vedeva il turista che giungeva in treno,  era curatissimo, guardare come esso è ora in era Anthea post Amia. 
(in foto "come eravamo" notasi la differenza fra una lussureggiante nei 70's Tripoli-Marvelli e com'è asettica ora: verde s'è ridimensionato). 
M. A.