mercoledì 23 maggio 2018

Oggi le comiche

Da ogni dove si sente parlare della speranza di nascita del nuovo esecutivo di governo M5S-LEGA che risulterebbe in netta discontinuità con i precedenti e soprattutto rivoluzionario. Ne siamo proprio sicuri? Forse in alcuni contenuti e magari lo fosse, lo appoggerei senza batter ciglio se fosse forte. Infatti solo un tale governo raggiungerebbe obbiettivi ambiziosi e di cambiamento epocale, nel ristagno politico odierno, per poter addirittura ritoccare alcuni punti della Costituzione (altro che la boutade sul vincolo di mandato) che non permettono, nello scenario di crisi impietosa in cui versa la politica attuale, la formazione di governi stabili. E quindi dove poggia tutta sta sbandierata solidità di un tale governo, frutto di due controparti in netta antitesi tra loro, anche solo sul concetto di cosa si debba intendere per politica? Può poggiare solo sulla menzogna verso i propri elettori e i cittadini, quello che demagogicamente e impropriamente ingloba, in una parola svuotata dal suo significato semantico, Di Maio, quella di popolo e ve lo dimostro brevemente. Prima bugia «È un governo politico», dice Luigi Di Maio. Non è vero. Se mettessero un pedagogista alla scuola o un generale alla difesa potremmo anche sorvolare, ma in questo caso c’è un tecnico,(magari etichettato con un posticcio “voluto dal popolo”) finché si vuole, ma pur sempre tecnico é, un funzionario dello Stato. Il motivo è chiaro in quanto il premier toccava al Movimento, che è il partito di maggioranza, ma tra i suoi leaders all'interno non c’è nessuno all’altezza nemmeno Giggino. Non stiamo parlando di chi mandare al televoto ma di un presidente del consiglio già nato debole e soprattutto non eletto. Seconda bugia «È un governo che nasce senza cambi di casacca», ribadisce in ogni caso Di Maio, presto o tardi i nodi verranno tutti al pettine. Questo contratto, meglio sarebbe chiamarla lettera di intenti o di indirizzo , (basti leggere come esempio per tutti il capitolo Scuola, il più scialbo e superficiale per non tacere dell'ignorato Mezzogiorno dal quale il movimento ha preso voti a man bassa), nasce dal tradimento di Salvini con l' alleanza di centrodestra. Infatti tra 125 deputati e i 58 senatori leghisti sono stati eletti nei collegi uninominali anche con i voti di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Terza bugia, questa volta di Matteo Salvini « il governo ha «solide radici», concetto reiterato dal leader leghista, corroborato dallo slogan “prima gli italiani”. Ma non basta dirlo perché sei voti di maggioranza al Senato non ci sembrano esattamente l’auspicio migliore su cui costruire un governo che dovrebbe andare a bussare alle porte della fortezza dell’EU. È vero che esiste sempre il gruppo (fritto) misto da servirsi alla bisogna, ma di Silvio ce n’è uno e tutti gli altri son nessuno . Quarta bugia, pure questa di Salvini «che nessuno abbia niente da temere». Da temere ne hanno tutti, i mercati, che di fronte a bordate immature tipo quella di Claudio Borghi sulla nazionalizzazione del Monte dei Paschi e la crescita dello spread sui titoli di Stato italiani sono un monito molto chiaro per un governo mingherlino uscito da un inciucio tra due galletti: “ non pensiate nemmeno lontanamente di finanziarvi a debito!” Insomma, tutti hanno da temere, dai cittadini alle cancellerie soprattutto per una politica estera dai contorni poco chiari: da una velata uscita dall’Euro e di sanzioni alla Russia da cancellare, ma nel contempo rimanere sul solco del concedere più sovranità. Tutti noi dobbiamo temere un governo nato giá malaticcio da un parto podalico, dove le segreterie dei due movimenti (partiti a tutti gli effetti in cui la Lega ormai navigata da un ventennio ) hanno stilato prima un programma, per poi adattarlo su misura a un tecnico pur che sia, da perfetti parvenu della politica. Come non vedere che l'unica strada percorribile sia un ritorno immediato alle urne (Valle d’Aosta docet), per uccidere il residuale “renzusconismo” che stando all’opposizione di sta armata Brancaleone risorgerebbe? Allora si che dopo le elezioni si formerebbe un solido esecutivo sovrano e sovranista perché voluto dai cittadini in modo forte e chiaro e non un governicchio come questo, sostenuto da una maggioranza spuria e debole che ambisce alla rivoluzione di carta senza spiegarne il come, racconta troppe bugie e non ci lascia per nulla tranquilli.
Tu@co