domenica 27 maggio 2018

E' arrivata la bufera

E' arrivato il temporale su.. Mattarella. L'allegra canzoncina di Rascel nel 1938, definita contro la guerra, è usabile per comprendere cosa sta succedendo nella battaglia contro Savona, inteso come ministro dell'Economia (?). Era logico, presagibile perfino da Repubblica. Chi non ha qualcosa da nascondere, fosse anche un modesto "stage" inventato? Il colpo questa volta è al bersaglio grosso. Un pentito, uno dei tanti che viene usato a piacimento, disponibile perfino a raccontare verità già accertate, ha detto che il padre di Mattarella era "Uomo d'Onore". Così hanno fatto pari e patta con quello Di Battista. Vogliamo Paolo Savona ministro dell'economia. E non perché Salvini è arrabbiato e Di Maio pure, o perché l’Europa non ci piace. L'unica ragione, largamente sufficiente, è perchè i resti del Pd non lo vogliono. Dovrei anche ammettere che i benefici ricevuti dall'Unione Merkel siano stati superiori ai costi ed agli interessi pagati da noi? Nella vertenza economica tra Usa, Cina, Russia essere più forti può aiutare. Il problema è che ci fanno fare quello che vogliono i veri padroni. Perchè dobbiamo approvare le sanzioni contro la Russia di Putin? Provate a trovare una misera ragione ma convincente. Savona era l'unico ministro, ferocemente contrario, quando abbiamo firmato il trattato di Maastricht, uno che ha negoziato per noi il trattato di Lisbona. Uno che fa molta più paura a Merkel e Macron di un Salvini o di un Di Maio qualsiasi. L’Unione Europea va cambiata, i vincoli di bilancio allentati, i soldi per gli investimenti infrastrutturali scorporati dal patto di stabilità. Meglio giocare a carte scoperte che mendicare usando terremoti e tragedie da sbarco concordato. Abbiamo avuto sequele di governi e ministri appecorati, non è mai stata concessa una esauriente discussione su cosa sia veramente oggi l'Unione Europea ed il ruolo dell'Italia. Della libera circolazione di persone merci e servizi, non quelli di spiaggia, chiamati ironicamente "beni", ci siamo riempiti la bocca. Come nella famosa favola di Trilussa, la Merkel di polli ne mangia sempre due, la coscia a Macron.