martedì 28 novembre 2023

Tra Due Fuochi

Una querelle, riminese, in Casa Pd. Ho ripreso il corretto riassunto di NewsRimini sull'annullamento della sentenza Consiglio di Stato, riguardante lo stop alle proroghe per le concessioni demaniali. Il dibattito è solo nel Partito democratico e nei giornali (tutti) che l'accompagnano. Le altre forze politiche, per assodata incapacità o voluto  inciucio balneare, sembrano poco interessate ad una storia che segnerà il destino della città. La Meloni, per la prima volta, richiama il peso della nostra industria, una volta preminente, senza il prezioso aiuto del Metromare. Siamo uno dei tanti porti spalancati, viene privilegiata la fiorente industria degli sbarchi concordati. La Meloni non ne sbaglia una, eccetto Giambruno e Lollo. Saremmo un paese privilegiato e fortunato, senza patire concorrenze ridicole. Dopo mesi densi di notizie allarmanti per i bagnini, è naturale che la categoria, con la più folta protezione mai vista, abbia tirato un sospiro di sollievo che Roberto Biagini l'avvocato della spiaggia libera, ha subito contestato, dopo una rapida consultazione con Melucci che non dimentica. Siamo alle ultime ridicole convulsioni. Le maggioranze nei comuni costieri, ancora definibili piddini, sono garantite dalle componenti balneari. Fin dai tempi dei Botteghi, Mussoni, fino ai Vanni e Casadei, c'è stata una attrazione spiegabile solo con la paura di perdere il potere. Piani spiaggia concordati (solo?) con quelli voluti dalla categoria, bandi prorogati fino a stufare anche Bolkestein, assessori al demanio con provenienze sabbiose o silenziosi. Insomma il Pd era con loro ma, nella abituale double face, ha votato anche la maledetta Direttiva. Adesso vogliono salvare almeno la faccia e dare la colpa alla Meloni. Non ha votato la Direttiva, ma ha sempre sostenuto, dopo la mappatura, che le spiagge lacustri, collinari e montane, sono ancora tantissime. Cosa ne pensa la Schlein? 
massimo lugaresi