sabato 20 gennaio 2024

Patetici

Perfino la roccaforte di Dagospia si è arresa all'evidenza americana. Nel calendario (democratico) mondiale, al 2023, sarà assegnato il premio "Sfiga". I celebranti saranno scelti, giustamente, tra piddini atlantici. La scandalosa ed associata propaganda verrà (forse) ricevuta alla Casa Bianca da Trump, ma in ginocchio. Sono abituati. Dagospia, definisce una valanga, la strepitosa vittoria di Donaldone, sulla neve dell'Iowa. Finisce anche la grandiosa messinscena, degna dei capolavori del Novecento. Rimane il tentato golpe e qualche presunta distrazione fiscale. La Corte Suprema deciderà il the end. Biden, dopo la solita caduta, segue la litania democratica, annunciando pericoli per la democrazia e Zelensky. Il popolo del Grand Old Party ha parlato: non ci sono alternative a Trump. La clamorosa vittoria del tycoon nei caucus repubblicani dell’Iowa, ha sconvolto gli analisti di Washington e New York che, dall’alto dei loro grattacieli di vetro, non vedono oltre il proprio naso, e non si rendono conto del supporto che “The Donald” ha nella cosiddetta Deep America. Un avviso anche per i democratici italiani, ormai nelle mani di Conte. L'unico che ha (almeno) il coraggio di mostrare dissenso rispetto alla moda bellica imperante. In questi mesi cercheranno di trovare e spargere ragioni e motivazioni che possono nascondere i fallimenti politici e finanziari che noi pagheremo. Come gli aiuti (di nascosto) ad Israele, sapendo che la larga maggioranza delle nazioni è contraria alla "pulizia" della Striscia, colpendo, soprattutto, innocenti bambini. I compagni per caso, invece continuano imperterriti, mano nella mano, la marcia della pace, con sterminio. 
massimo lugaresi