domenica 4 marzo 2012

Rimini Indebitata


Una volta,quando accadevano eventi strani, si diceva: “cherchez la femme”. Oggi sarebbe meglio dire “cherchez i debti” dove debti, per chi sa il dialetto romagnolo,  sta per “debiti”. Questa è la spiegazione più razionale alla crisi nella Camera di Commercio di Rimini dove, personaggi fino a ieri “allineatissimi” e “obbedientissimi” al Mega Presidente Maggioli, si sono improvvisamente scoperti “nemici” e ne chiedono le immediate dimissioni. Il motivo? Ufficialmente l’utilizzo da parte di Maggioli dello “scudo valutario”. “Immorale” secondo l’accusa, motivo buono per la platea dei più o meno ignari cittadini. Poco credibile per noi, conoscendo come si dice “i nostri polli”. La “Voce” per parte sua ipotizza il complotto politico. Maggioli, simpatizzante del centro-destra, verrebbe fatto fuori dal PD che vuole accaparrarsi, attraverso l’attuale vicepresidente, la poltrona di vertice. Un po’ troppo semplicistico. Forse per veder meglio le cose basta guardare un po’ più in là del naso e chiedersi come vanno le cose nelle principali “imprese” in cui è coinvolta (per decine di milioni) la CCIAA di cui Maggioli da un ventennio è capo supremo. Quali “imprese”? Sempre le solite: Fiera e Palas. Entrambe stanno, come era facilmente prevedibile, mostrando la corda. Diciamo pure che la china imboccata è pericolosa. Un enorme indebitamento a fronte di attività sempre più misere ai limiti del patetico. Illuminante (e deprimente) il risultato dell’ultima “Fiera della Birra” i cui avventori non si sono visti nemmeno col binocolo. E’ molto probabile, che fra pochissimo (prima comunque di quanto previsto) si capirà il micidiale effetto di questi due “mostri” su un’economia e su una città già al dissesto, con l’aggiuntiva zavorra del loro indebitamento. In mezzo a questo gorgo di debiti c’è la Camera di Commercio e Maggioli, che è sveglio, anche se tardivamente se ne è accorto, e, qua e là, da volpe, stava cercando di prendere le distanze. Ma essendone stato sodale,lui meglio di tutti, dovrebbe sapere che il patto con gli “inadatti” è come quello col diavolo. Non se ne esce. Quindi più che nei complotti, il prossimo “ribaltone” alla “Camera”, va trovato nei molto più banali debiti delle “opere monstre” che hanno contrassegnato e, ahinoi, contrassegneranno per decenni la vita, prevedibilmente grama, di questa ex capitale del turismo allegramente affondata più che dai complotti, dalla semplice, quotidiana, banale, operatività degli “inadatti”.(Nella foto: la palla di granito del Palas schiaccia sempre di più le palline dei riminesi.
 a.z rimini politica