venerdì 9 marzo 2012

Petrolio

Il Petrolio che è sui 124 dollari al barile ora in Europa e sui 111 dollari al barile in USA può avere un crash, può anche crollare nei prossimi mesi a 60 dollari al barile una volta che finisca l'ultima manipolazione, quella che usa come pretesto l'Iran. Questa può essere un occasione storica per andare short gli ETF e i futures del petrolio, perchè è sostenuto da una serie complicata di manipolazioni mentre la domanda sta collassando in Cina, USA ed Europa. Le importazioni di greggio in USA sono scese al livello più basso dell'ultimo decennio (dato uscito il 1 marzo). I sintomi più evidenti del fatto che il prezzo attuale è artificiale sono il continuo premio di 15 dollari o più al barile del petrolio quotato in Europa a Londra (Brent) su quello a New York (WTI) che è anomalo perchè per 30 anni il Brent è costato meno o come il WTI, il passaggio da inizio anno da una situazione cronica di "super-contango" che dura dal 2008 (10 dollari anche di premio del petrolio a dodici mesi verso quello "spot", consegna immediata) improvvisamente a quella di "backwardation" (ci sono ora 5 dollari di premio invece del petrolio Brent spot, aprile, sul contratto di dicembre). Nell'immediato la manipolazione sembra continuare ancora, ma forse per poco. Oltre alla storia dell'Iran che viene usata da mesi, come se non bastasse il 2 marzo hanno inventato il rumor poi non confermato di un esplosione di un oleodotto in Arabia che ha creato un balzo del greggio al livello più alto della storia in euro e sterline, con un 128.7$ del Brent. Questo rumor sembra fosse completamente inventato, un trucco per far saltare delle posizioni short. Ma può essere l'ultimo trucco. Questo post è lungo ed è solo la prima puntata, ma dal punto di vista pratico serve a spiegare perchè una posizione short sul Petrolio da questi livelli (tramite ETF e futures specie sul Brent) può essere un trade spettacolare nel 2012. La storia più commentata ieri su Ft.com/Alphaville era quella della rispettata Izabella Kaminska sull'enorme posizione al rialzo sul Petrolio dei gestori di hedge fund, che sono 11 volte più long che short petrolio ora. Chi è short allora visto che per ogni posizione al rialzo ce ne deve essere una al ribasso sui futures ? Gli Swap Dealers cioè le banche tipo Morgan,Goldman, Barclay's, Citi, che hanno la posizione short maggiore da quando nel 2006 sono obbligate a riportarle. I trader e dealers di greggio fisico invece sono short, ma non in modo estremo. Questo fa seguito alla discussione, sempre sul Financial Times, in cui erano intervenuti parecchi commentatori del loro forum molto competenti sul tema della manipolazione del contratto future sul Brent, che è quello che determina il 70% del prezzo mondiale del greggio nel mondo. La manipolazione del prezzo del petrolio avviene sopratutto ora tramite gli ETF tipo United States Oil fund che sono esplosi come popolarità anche tra il pubblico e i gestori di fondi comuni. Ma anche con una nuova diavoleria finanziaria chiamata "Commodity Repo", che era stata inventata dalla famigerata Enron inizialmente (andata in bancarotta nel 2002 come noto e i suoi capi in galera).Allora: andando per ordine perchè è complicato il mercato del petrolio se vuoi capire veramente il meccanismo: il Brent è andato da contango a backwadation ora, cioè il petrolio consegna aprile costa 5 dollari di meno (124$) di quello consegna dicembre 2012 (118$) o per essere più precisi quando la differenza tra il prezzo "forward" cioè a 3 o 6 o 12 mesi e quello spot è inferiore al costo di immagazzinamento e stoccaggio. Se tu vendi il petrolio oggi, subito, dovresti essere in grado di reinvestire i soldi che ricevi in banca o in qualche cosa che ti paga un interesse. Se invece tieni i soldi impegnati per sei mesi con un contratto di petrolio a scadenza agosto ad esempio non ricevi niente e paghi anche dei costi di stoccaggio dei barili di greggio. Quindi il prezzo spot dovrebbe essere più basso e quello forward più alto per compensare appunto dei costi e del mancato interesse che ricevi. Ma in un mercato in cui c'è scarsità di materia prima e quindi sale di continuo di prezzo i produttori hanno incentivo a vendere subito il greggio e mettere i soldi in banca (perchè se vendono a termine poi perdono l'apprezzamento continuo del petrolio). Questo implica che ci sia "backwardation" di norma, che il petrolio a sei mesi costi meno di quello spot.Invece per tutto il 2008-2011 il petrolio era in super-contango, per cui i produttori avevano incentivo a non vendere ora il petrolio, ma a tenerlo perchè il mercato futures del petrolio rendeva di più di tenere i soldi in banca. In pratica c'era un incentivo a non produrre petrolio e venderlo, a venderlo solo su carta tramite i futures a scadenza sei o dodici mesi in avanti. Questo perchè dal 2008 il mercato del petrolio era stato inondato di fondi e ETF, investitori istituzionali passivi che si riempivano i portafogli di petrolio comprando futures (gli ETF del greggio hanno dentro dei futures). Negli ultimi mesi il mercato ha invertito la curva di nuovo però ed è tornato in backwardation,costa molto di più il petrolio spot, a consegna immediata di quello a consegna a termine. Ora di norma una volta chi investiva in modo passivo, cioè come investimento ma senza utilizzare la materia prima e senza speculare, sul petrolio o rame era in pratica un fornitore di liquidità, consentiva ai produttori e speculatori di avere petrolio a consegna a sei o dodici mesi in pratica prestandogli soldi, era anche un modo indiretto di venire pagato per finanziare un mercato, come una banca insomma. Ma negli ultimi anni la valanga di denaro istituzionale dei fondi che si è riversata sulle materie prime ha quasi azzerato questo tasso di interesse implicito, tropppa concorrenza insomma a investire sulle commodities a tutti i costi da parte di fondi e banche. Ora, come è ovvio, se il prezzo a sei o dodici mesi è più alto di quello spot, di oggi, c'è incetivo a tenere immagazzinato petrolio ( o rame) perchè appunto tra un anno ti daranno di più e si crea un surplus di petrolio che viene ammassato da qualche parte. Qui su cobraf.com si era segnalata l'anomalia per cui le banche e i fondi hedge affittavano tanker e li tenevano ancora per mesi solo per tenere il petrolio comprato fuori dal mercato. Il petrolio era diventato nel 2008-2011 come l'Oro o l'Argento, veniva comprato e tenuto in magazzino come un investimento finanziario nonostante ovviamente fosse costoso tenere tonnellate di petrolio stoccate. Grazie al denaro a costo quasi zero fornito dalle banche centrali le banche e swap dealers compravano quantità di materia prima e la stoccavano e poi creavano un ETF che vendevano ai fondi comuni e al pubblico e si coprivano con i futures che erano in contango, cioè compravano petrolio a 100$ ad esempio, lo immagazzinavano e poi vendevano il future consegna a sei mesi a 110$. Una volta non conveniva perchè il denaro costava il 5% annuo, ma con la FED, BCE e altre banche centrali che davano denaro allo 0.5% si poteva ora fare, distorcendo ovviamente il mercato delle materie prime. Banche e hedge funds hanno fatto dei profitti in questo modo, a spese degli ETF delle materie prime che pubblico e fondi comuni o pensione comprano e che come spiegato tante volte se il petrolio sale del 30% in un anno salgono del 10% e se sale del 5% scendono del -10% e sono delle terribili fregature. Prima poi anche i fondi comuni e fondi pensione si accorgono della fregatura e si mettono a vendere short anche loro con qualche strumento e il gioco finisce. Quello che è successo allora è anche che simultaneamente tutta questa materia prima immagazzinata in quantità enormi è sta ovviamente riutilizzata come collaterale, per ottenere finanziamenti, perchè al mondo oggi niente che ha valore resta mai fermo, viene subito usato per indebitarsi. Quindi Shell, BP e altri produttori hanno usato il petrolio immagazzinato per farsi finanziare direttamente dai fondi in pratica. Shell e altri hanno creato anche degli ETF e si è passati alla fase successiva per cui ottenevano finanziamenti senza neanche estrarre il petrolio, vendendolo forward prima ancora di estrarlo. Quindi i soldi vanno direttamente dai fondi alle società petrolifere o ai paesi produttori tagliando fuori le banche. In pratica i fondi stanno finanziando direttamente senza accorgersene i produttori di petrolio. I produttori con la crisi finanziaria, il crollo dei mercati e la riduzione praticamente a zero dei tassi di interesse in dollari e sterline si sono resi conto che il petrolio aveva più valore nel terreno che a venderlo e poi ritrovarsi dollari o anche euro,sterline e yen che non rendevano quasi niente o investendo in mercati finanziari che facevano perdere soldi. Per cui si sono messi a ridurre la produzione e tenersi il petrolio sotto terra, ma vendendolo a termine tramite i futures e gli ETF costruiti con i futures ai fondi e al pubblico. QUESTO MECCANISMO FINANZIARIO SPIEGA COME MAI IL PETROLIO E' ORA SUI MASSIMI STORICI NONOSTANTE UN ECONOMIA MONDIALE DEBOLE. Il prezzo del petrolio attuale Brent in particolare sui 120-128 dollari al barile (nel 2008 era crollato a 30 dollari e prima del 2007 era sui 50-60 dollari) è totalmente artificiale
 (prima puntata) cobraf.com