martedì 6 marzo 2012

La Sorgente


Nel recente convegno a Rimini, organizzato dalla MMT (Modern Money Theory), oscurato dalla stampa, sono uscite alcune ricostruzioni sul passaggio di Monti dalla Merkel Europa all'Italia della stessa proprietaria. Sembra che dietro a questi scenari oltre al conosciuto intervento di Napolitano ci sia lo zampino andreottiano di D'Alema, con uno stuolo di controfigure di minor rilievo. La ricostruzione che abbiamo molto sintetizzato è corroborata da uno scenario temporale con alcuni passaggi che la rendono molto veritiera, per questo nascosta dai giornali di un regime informativo, mai così ampio. La Grecia si avvia al default rendendo inutili gli sforzi ed i soldi gettati, la ricetta che ci è stata propinata è tanto dura quanto prolungata nel tempo, un antibiotico che svolge la sua azione apparentemente benefica, distruggendo i germi che incontra. In questo caso sono pensionati, operai, giovani, cassintegrati, salvando la parte marcia che non ha mai pagato ma lucrato sul sistema. A Monti succederà Mario, la componente centrista si è coagulata come era giusto e naturale, chi è rimasto con le piacentine palle in mezzo alla porta è Bersani, ormai in stato di dichiarata confusione politica. In Sicilia avevano organizzato un intervento di protezione per tentare il salvataggio dall'ulteriore fallimento in gare primarie che potrebbe condurlo ad una dimissione in questo momento difficile da gestire. Con il marchio PD i candidati perdono. L'abbiamo presa larga per giungere al punto che interessa. Avevamo davvero bisogno di un Governo di questa natura? Per come era ridotta la politica italiana certamente sì, dopo i fallimenti reciproci delle due coalizioni succedute ed avendo un sistema elettorale che infastidisce perfino i porci ai quali si richiama, le scelte istituzionali forse non avrebbero risolto niente, non esistono leader in grado di avere una forte adesione popolare. La Lega si è ritirata oltre il naturale bacino idropolitico, lasciando tanti naufraghi in zir per la rumagna, pagando un dazio enorme per una onesta partecipazione governativa, compensata da remunerate poltrone regionali e locali. Il suo confine e limite è quello, Bossi con la voce che rimane, nascondendo le profonde divisioni interne, non esplose per la correttezza comportamentale di Maroni, da sempre l'impressione di essere un Grillo Padano che con il suo giocattolo crede di potere fare e dire quello che vuole. Come sempre atterriamo, con la nostra compagnia di vecchi russi, all'Aeroporto Fellini, ci facciamo fotografare con un Giovane, al quale consegniamo il premio bandito dalla nostra Redazione come il più citato nel Blog, lo accoglie sorridente, posa ed arredamento perfetti. Ci racconta come in sette mesi siano stati circa quindici gli attestati ricevuti: protocolli, presidenze, convegni, piani, mancano i Consigli Comunali, non si può avere tutto nella vita, ha già avuto molto.