mercoledì 24 ottobre 2012

Italianski

Una spregiativa battuta che ci ha fatto sempre incazzare, ma che purtroppo contiene un fondo di verità. Non parte, come ci fa comodo pensare dalle accuse di familiarità con le mafie, ma dai difetti sociali e culturali di un paese profondamente diviso, che il calcio trasmesso rende visibili ed accertabili. Con questa premessa che non c'entra un ca.. ,vogliamo parlare di Hera. E' evidente che la discussione sugli stipendi dei manager è una scorciatoia usata da chi non conosce nemmeno le opere che ha contribuito a creare e la usa per altri fini. Il fatto che sia Vitali il twitter di una crociata vendicativa per la cancellazione sacrosanta del suo inutile pulpito, rende la cosa più insopportabile nella sua stupida vacuità. I temi veri sarebbero altri, si è creato un soggetto non identificabile e controllabile, una creatura a maggioranza pubblica che corre sul mercato privato senza concorrenti. Il rapporto con l'utenza viene lasciato ai call center ed alla disponibilità di qualche raro personaggio proveniente dalle vecchie municipalizzate. Il fatto che vengano cancellate le Sot rende la trasformazione ineccepibile sotto il profilo societario, difficile nel rapporto con gli utenti, che non hanno le alternative mercantili dei loro telefonini. Non è compito di Hera svolgere il ruolo pubblico, deve fare bene quello mercantile, servizi migliori a costi concorrenziali, ma con chi? I punti salienti, trattandosi di servizi che paghiamo profumatamente sono: qualità e costo. Il dramma è che non ci sono parametri alternativi, in questo voluto marasma, dobbiamo ammettere che Hera si comporta anche bene, sono i padroni politici che non svolgono il loro mestiere di monopolisti del servizio. Quando si riuscirà ad introdurre il concetto di vera liberalizzazione allora i discorsi saranno diversi, ora non ci resta che pregare che le cose non peggiorino, disquisire sugli stipendi di Tomaso Tommasi e Chiarini e non parlare più di quello inutile di Fabi? Questa affermazione ci introduce in un altro degli assurdi comportamenti della bassa politica cittadina, si parla molto e male di Hera, poco, pochissimo di quel carrozzone trasportistico-politico chiamato Start, pieno di debiti e servizi pessimi. In ogni azienda di servizio, il pubblico deve mantenere la proprietà degli asset e procedere a bandi di assegnazione della gestione che sappiano indurre più concorrenza possibile. Un elemento strategico per la raccolta dei rifiuti potrebbe essere suddividere la città in territori più piccoli, così evitiamo anche lo spauracchio delle famose multinazionali. Con questa impostazione avremmo più chiarezza sulle assegnazioni anche dei trasporti pubblici, la nuova azienda START, ci sembra stia diventando un casino prima di nascere. Non può fondarsi sull'aberrazione che Rimini si assuma da sola la responsabilità economica dell'80-90% quando come popolazione rappresenta il 50%, ed in un quadro di utenza reale scendiamo ben oltre il 40%. La propaganda ci racconta che queste aziende lavorano solo con i trasferimenti Statali/Regionali ed allora perchè Rimini paga da sola i nuovi mezzi pubblici e cede proprietà immobiliari per pagare i debiti della società? Passando al GAS riteniamo doveroso che le reti rientrino in mano pubblica, compresi gli allacci, si faccia un'appalto per la gestione degli impianti e per la vendita del metano. Stessa cosa per l'Acqua, dagli approviggionamenti alla distribuzione, con la quota parte della depurazione ai Comuni, mettendo fine alla dispersione delle reti. Per ultimo non certo per importanza, le fogne. Occorre varare un Progetto serio e definitivo, non una accozzaglia di spunti dai Quattro Piani delle Fogne pagati in dieci anni, prevedendo la non immissione delle acque meteoriche in fogna per sversare in mare solo acque depurate. Questo non vuol affermare che siamo per la rigidità ma per una sana razionalizzazione che metta l'ambiente al primo posto, non saraghine e feste. Se in una porzione di territorio si decide una raccolta ancora più differenziata ed il rifiuto diventa un valore economico, i cittadini devono usufruire dei benefici. Partire dagli stipendi dei dirigenti di una società quotata in Borsa con la sfiga di avere ancora uno 0,40 di Gnassi, fa parte del nostro provincialismo accorpato con Ravenna e Forlì, populismo d'annata che esplode con la cancellazione di poltrone che non servono a  niente. Potrebbe il nostro Omeliante esibire l'elenco dei partecipanti politici e sindacali ai banchetti delle troppe associate e consociate che formano il Pianeta dei Debiti.