sabato 17 novembre 2012

chioschisti

Il caso dell'acquisizione del manufatto bar posto nella zona 114 di Rivazzurra, a seguito sentenza del Tar, aumenta pericolosamente l'alto tasso di caos demaniale e pone un tema di enorme gravità, tale da far posare il roller sindacale. Tutti i locali presenti in spiaggia hanno le stesse caratteristiche di inamovibilità. Per meglio comprendere la questione dobbiamo partire, come sempre, dal Codice della Navigazione che disciplina la materia delle concessioni. Il quadro di riferimento, per il caso in questione, è la norma che distingue tra manufatti di facile e difficile rimozione, specificando che per essere dichiarato di facile rimozione, il manufatto, deve presentare almeno una delle due seguenti caratteristiche: 1) trasferibilità con mezzi ordinari, se trattasi di monoblocchi; 2) in assenza del primo caso, dimostrare che sia perfettamente smontabile e rimontabile senza l'aggiunta di nuovi materiali, fatta eccezione per la bulloneria e stuccature. La caratteristica del manufatto impone la scelta del contratto da applicare, con le opere di facile rimozione, si utilizza il contratto per LICENZA, per quelle difficili, viene utilizzato il contratto per ATTO PLURIENNALE. Allo scadere  tutte le opere vengono acquisite ed incamerate al Pubblico Demanio Marittimo. Data questa impostazione è prassi consolidata, che in caso di manufatti disciplinati per licenza, acquisire direttamente la proprietà, qualora si rilevi, che le opere oggetto della concessione non rispondono al requisito della facile rimozione, dopo di che si rilascia un contratto per licenza, dove però non si concede più l'area di sedime del manufatto, ma il manufatto stesso. Qui finiscono le regole del codice della navigazione, in quanto i relativi canoni sono stati normati con apposita legge, contribuendo a creare maggiore confusione. Ci asteniamo dal commento, per non aumentare  il casino, dicendo solamente che ha decuplicato i canoni per le occupazioni di manufatti demaniali. Tornando al caso del Chiosco 114, sarà compito delle Amministrazioni che gestiscono attualmente il demanio (regione e comune), procedere ad una ricognizione generale attraverso l'organo tecnico, al fine di accertare ed in seguito dichiarare quante e quali sono le opere che presentano caratteristiche di difficile rimozione e quindi devono essere acquisite. Un insieme che non investe solo i canoni demaniali, ma porterà ad un onere aggiuntivo in caso di rifacimento del manufatto, in quanto si dovrà indennizzare lo Stato per l'abbattimento della sua struttura. In ragione dell'assurdità dell'attuale Legge, che non prevede nessun riconoscimento, come originariamente recitava il Codice della Navigazione, in quanto i nuovi manufatti andavano a sostituire quelli rimossi. Per dovere di cronaca va pure segnalato che per i futuri bandi, tutto diventerà più semplice, in quanto lo Stato sarà anche proprietario delle strutture. Non facciamo salti di gioia, constatiamo solo amaramente da chi siamo governati e chi sono i sodali politici. La nostra solitaria battaglia non ci porta ad indossare le casacche dell' "Avevamo Ragione" era ed è impostata sulla sacra esigenza di una vera innovazione che con i Mussoni, Ripa e Vanni è una pia illusione. Non ci stancheremo di ripetere che si deve partire da cosa serve alla Città, non da Allegrini. Come abbiamo contrastato la protervia degli operatori e dei fiancheggiatori, oggi denunciamo la burocrazia che demolisce, voluta da dilettanti allo sbaraglio demaniale, purtroppo ancora viventi ed operanti.