martedì 27 novembre 2012

Cristo si è Fermato a Taranto

Per risolvere la questione ILVA di Taranto, già Italsider svenduta a metà anni '80 al patron dell'acciaio privato Riva, probabilmente, per come stanno le cose nei prossimi giorni dovranno intervenire le forze NATO o i caschi blu dell'ONU. Ogni giorno se ne scopre una nuova i giornali di regime tentano di far passare la favola dello strano Angelo che massacra il Tavoliere imponendo il dilemma salute o posto di lavoro ma l'iscrizione nel registro degli indagati di Don Marco Gerardo fa scoprire una realtà diversa. Il prelato già segretario dell’ex arcivescovo di Taranto mons. Benigno Luigi Papa, è accusato di false dichiarazioni, in sede di interrogatorio, in relazione ad una presunta tangente di 10 mila euro che l'ex responsabile dei rapporti istituzionali Ilva Girolamo Archinà, arrestato ieri, avrebbe consegnato al consulente del Tribunale nonché ex preside del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti per addomesticare una perizia sulle fonti di inquinamento. Archinà aveva riferito agli inquirenti che la somma, prelevata da cassa aziendale, non era destinata a Liberti ma si trattava di un' elargizione per la curia tarantina. Dopo la notizia tra gli operai comincia a serpeggiare l'idea che non possa esistere un angelo tanto perfido e malvagio e che non è più possibile fare confusione tra lavorare e rubare. Se ogni Euro speso per la corruzione fosse stato utilizzato per migliorare le condizioni di lavoro oggi l'ILVA sarebbe certamente in una situazione meno grave e sul tavoliere probabilmente soffierebbe aria più pulita. Più che un Angelo, se pur in uno stato confusionale, a quanto pare per le Puglie si aggira un demone e se anche Cristo ha abbandonato gli operai è proprio vero che i lavoratori stanno messi proprio male.
nuvola rossa