domenica 18 novembre 2012

Facile

Caro Biagio, 
addossare le colpe demaniali a chi c'era prima è disdicevole e molto Facile, specie se manca un contraddittorio, a me andrebbe bene anche Icaro Tv o sotto il tendone del Circolo Nautico con il nuovo Presidente. Entrando nel merito: prima sono sorti i bagni, poi le regole. Senza voler partire dall'era pionieristica, basta ricordare che fino all'anno 1971 una modesta Azienda di Soggiorno, attraverso una bizzarra concessione, gestiva tutta la spiaggia di Rimini, rilasciando i vari titoli autorizzativi. Per fare un esempio, lasciando fuori gli operatori di spiaggia, quando si apriva un nuovo albergo, per le cabine spogliatoio, si andava a chiedere il permesso al famoso Geom.Pino Bernardi (storico direttore dell'Azienda). Rimane scontato che era un procedere improprio, ma da considerare migliore rispetto a quello che avveniva prima. Quando nel 1972, all'Azienda si sostituì la Cooperativa Bagnini di Rimini e Viserba, l'unica individuazione delle parti assentite riguardava una "generica" spiaggia ricompresa dal Porto a Miramare, dove gli esatti metri quadrati erano dogmi di fede sabbiosa. Solo attorno gli anni ottanta, l'Assessore (vero) Ruggero Diotallevi, compilò l'unico Piano Particolareggiato della Spiaggia che risultava essere una mera ricognizione dell'esistente. In seguito, dopo un durissimo braccio di ferro con le categorie interessate, la Capitaneria riusci ad avere le prime planimetrie che indicavano le dimensioni delle aree concesse, compresi i fabbricati. Inquadrato nella logica culturale del tempo si può dire che sulla spiaggia comandavano i Bagnini di Spadolini. Ragione per cui, l'Autorità Marittima si è limitata allo stretto necessario istituzionale, ossia rilasciare concessioni e permessi ai soli fini demaniali marittimi. Fino al 1985 la categoria repubblicana eleggeva due consiglieri comunali, da sola, uno in più del rematore. Questa è la storia, solo negli anni novanta, iniziarono a ricordarsi, che anche in spiaggia per costruire un manufatto servivano miriadi di autorizzazioni, a partire dal titolo edilizio. Realtà complicatissima, fatta di decine di casi specifici, gestiti alla meno peggio, per ricordarne i più importanti oltre al titolo edilizio, posso aggiungere l'antisismica, l'ambientale, le norme doganali, le norme igienico sanitarie, le norme sulle barriere architettoniche, facile e difficile rimozione, le modalità degli allacciamenti di servizio, ecc. A Tutto questo deve aggiungersi una serie di strutture indefinibili e un'altrettanto infinito contenzioso tra gli stessi operatori. Non esisteva bagnino che non avesse almeno una lite pendente con il confinante. A mio giudizio, i fatti mi danno ragione, pensare di trovare soluzioni urbanistiche a tutto questo casino, era ed è Impossibile. Se queste sono le ragioni storiche del diritto, ancor più importanti sono quelle strategiche, intese come una spiaggia che parta dalle esigenze dei turisti e cittadini, non quelle dei concessionari. Mettendo insieme queste due impostazioni, ho spinto per un Piano Spiaggia che guardasse al futuro e nel contempo chiudesse le tentazioni di ritornare al medioevo balneare. Purtroppo, la miopia degli operatori ed il solito vizio della politica del basso consenso, hanno vanificato il tentativo con la/le famose Varianti. Convinti, magari ingenuamente(?), che si trattasse di smussare gli spigoli, senza accorgersi che stavano demolendo i pilastri portanti del Piano facendo crollare tutto. Se non sei d'accordo con quello che affermo, fa organizzare dal Cuore un dibattito, così approfondiamo più dettagliatamente, fino ad arrivare a parlare delle stesse norme europee e delle tonnellate di abusi esistenti.

Ex assessore al demanio 
Sandro Baschetti

 P.S.
Biagio era Biagini. Alle primarie cittadine voterò Lugaresi.