giovedì 29 novembre 2012

Senza Fine

Tra le tante emergenze del Paese, assieme al dramma dell'Ilva, con il solito connubio politico giudiziario, c'è anche quella del Governo Tecnico. Il Bocconiano non ne indovina una, ogni uscita lo costringe per una settimana a smentire e rettificare. Il significato è presto svelato: chiuso l'ombrellone quirinalizio e della stampa di cortile, rimane un personaggio molto debole senza il riparo europeo. Non avere dimestichezza con la politica gli impedisce d'interpretare il ruolo che vorrebbe, Matteo sarebbe infinitamente meglio, saprebbe distinguere una Ausl da una Banca, senza chiederne la privatizzazione. Sono finite anche le paternali di George, la rilettura nei giorni scorsi di un vecchio libro di Padellaro su Cossiga, ci ha permesso alcune interessanti paragoni con il Presidente definito da una parte politico-giornalistica come "matto". Sembra sia un virus istituzionale che assale negli ultimi tempi del mandato. Dopo avere indossato per anni i grigi abiti protocollari si mettono in testa di rivoluzionare il Paese. Allora (91)  Espresso/Repubblica e Pds di Occhhetto erano i nemici di Cossiga, oggi gli strenui difensori di Napolitano e Monti. Non ne hanno mai indovinata una. Abbiamo ascoltato in diretta Sky un ministro di nome Clini, non poteva che essere delegato all'ambiente, purtroppo si occupa anche di quello infame di Taranto. Ha concesso ingenuamente l'immagine della situazione allo sbando, la Deaglio corre per l'Italia inseguita da Iene che vede solo lei, Passera...(il legale ci ha oscurato l'espressione), gli altri sembrano tutti ViceSindaco Lisi Caritas. Non hanno portato a termine una piccola riforma delle mille annunciate, il Masterplan di Monti assomiglia non stranamente all'ultima invenzione strategica del Forum Curiale. Non c'è stato un giornalista che abbia chiesto dove prendono i soldi per realizzare percorsi di quella natura. La consigliera Franchini a 5 Stelle ed una bella testolina, ha chiesto lumi e debiti delle partecipate, quando (se) arriveranno avremo modo di presentare apposita denuncia. Non c'è solo il caso delle Province da chiudere, anche il Decreto Sviluppo è diventato una accozzaglia di marchette. Ve ne citiamo una che ci investe direttamente. Al vaglio della decima Commissione del Senato (industria/commercio/turismo), sono state presentate ben quattro proposte (pidi, pidielle, udici) sotto forma di emendamenti tesi alla proroga delle concessioni demaniali con termini compresi tra i dieci/ quarant'anni. Gli emendamenti sono stati inviati alla quinta Commissione Bilancio, la quale ha espresso parere negativo sui due più importanti che prevedevano una proroga delle concessioni attuali per (soli) 30 anni. Degli altri due non si è più saputo niente, forse la vergogna era talmente alta da colpire anche palazzi vaccinati. Le manifestazioni nazionali e le sommosse da sabbia sotto la regione dei compagni Errani/Melucci, gli ordini del giorno votati anche dalle Favie televisive, sono scomparsi a fronte della paura di un'altra infrazione europea. Va detto che se si commettesse la forzatura di mantenere il famigerato diritto d'insistenza all'interno dell'articolo 37 del codice della navigazione, non metterebbe al riparo gli operatori balneari da eventuali richieste in concorrenza. Basta leggere attentamente l'articolo per comprendere che la modifica introdotta con la legge 494/93, rimane comunque subordinata al riconoscimento del maggior interesse pubblico. Se ad esempio, a Rimini nel 2016, Sindaco Camporesi, arrivasse una istanza in concorrenza, tesa a dar corso alle previsioni del Piano Spiaggia, mentre gli attuali concessionari chiedono semplicemente il rinnovo della concessione, il Comune non può esimersi dall'assegnare la concessione al nuovo Soggetto. In ragione di quanto prescritto nell'articolo 41 del Piano Spiaggia, con il quale si decreta il riconoscimento d'interesse pubblico dello stesso strumento urbanistico. Chi ritiene assurdo l'esempio portato, senza andare a Roma o Bologna, faccia un salto in Via Rosaspina e ponga lo stesso quesito al Dirigente del Demanio, per sentire cosa vi risponde. La via maestra è quella di giocare sul versante del maggior interesse pubblico, che è il punto fondante del DEMANIO MARITTIMO, il resto sono incanti da fattucchiere. Tra gli operatori di spiaggia, gli ultimi arrivati pensavano di riscuotere applausi, hanno beccato solo denunce, ancora simili ad una leggera pioggerella ma hanno cambiato idee e proposte. La nostra, chiede agli operatori, questi o quelli che verranno con occhi mandorlati od accenti bolognesi, di partire da un concetto condiviso. Mettersi al passo con il mondo, se invece di ricorrere al Tar contro l'originale Piano Spiaggia Baschetti si fosse dato vita ai comparti, oggi sarebbero tutti legittimati e contenti, senza la paura di vedere un messo giudiziario con la bella novella. Concedendo sempre almeno una prova per quello che affermiamo, provate ad intervistare lo storico Presidente della Cooperativa Bagnini Edmo Nanni, da vero uomo di mare e spiaggia, aveva annusato la tempesta che sarebbe arrivata. Vi racconterà che purtroppo nella categoria è passata la linea di ex imbianchini e ragazzotti ai quali i fortunati genitori avevano regalato la concessione senza mostrare i fondamentali per un gioco delicato come quello sabbioso, con loro, i tanti politicanti amatoriali, spinti dal basso e facile consenso. Siamo forse diventati monotematici, però siamo convinti che il destino del nostro arenile sarà decisivo per quello precario della Città. Ci spiace davvero che quasi un intero consiglio di eletti non abbia ancora capito che si prestano al gioco dei padroni da sempre, le ragioni della nostra adesione al manifesto di Grillo, risiede anche nell'incapacità conclamata da tutti gli altri di rappresentare una vera alternativa.

P.S.
Vitali&Gnassi dicono che è migliorata la qualità della vita...la loro