venerdì 2 novembre 2012

Tonino al Quirinale

Beppe sta diventando l'halloween della politica italiana, in particolare nella facoltà di psichiatria giornalistica di sinistra, stanno arrovellandosi per bloccare l'inesorabile ascesa degli attivisti grillini. Si sprecano paragoni e polemiche inventate, i giovani eletti sono circuiti per costringerli all'esercizio della parola e delle interviste che vengono manipolate ad arte. I sondaggi però sono impietosi come le statistiche riminesi, mentre i nostri centri d'eccellenza: Fiera, Palas, Aeroporto sono masse di debiti inesigibili. per il pidi l'incubo è rappresentato da cinque stelle in parlamento. Ci vuole poco a fare qualche conto, se hanno sfiorato il 20% in Sicilia in ER terra di conquista popolata da ex comunisti, disposti anche a diventare seguaci di Bersani, la mietitura sarà abbondante. Tutti i ricercatori anche quelli pagati da Scalfari, sono costretti ad ammettere che su tre nuovi voti per Grillo, due ed un quarto provengono dal vasto mondo rappresentato dai delusi di una gauche che non riesce a rappresentare i bisogni della parte più debole ed indifesa, ma cerca un accordo con Casini. Siamo entrati ufficialmente nelle elezioni americane come uno spauracchio finanziario, non siamo più terra di mafiosi, ma portatori insani di virus recessivi, debiti pubblici ed insolvenze. La mossa di Beppe di proporre Tonino al Quirinale è geniale, la regia ancora funziona, scompaginerà gli accordi già sanciti con Amato e forse Prodi. Il successore di George non è detto che abbia le impronte previste, non siamo mai stati dei sostenitori del giustizialismo dipietrista, nemmeno dei due personaggi citati, ascoltati negli anni passati come persone che non potevano non sapere. Se dovessimo esprimere una nostra opinione molto personale e quasi redazionale, la Bonino si erge di qualche spanna sopra questa platea non entusiasmante, la proposta di Beppe sembra una annessione pacifica di un movimento in via d'estinzione, con Vendola innocente non c'è più bisogno.